CONCORSO OGGI MILAZZO IN CLASSE / MEDIA GARIBALDI Non è stato un giovedì come gli altri. Il 6 ottobre lo ricorderò sempre. La mia classe ha partecipato al progetto “A egregie cose” ideato dalla mia docente di lettere Maria Grazia Caliri. Si è trattato di andare a visitare i sepolcri di personaggi che hanno scritto la storia di Milazzo, sia antica che moderna. Ad accompagnarci in questa uscita, insieme alla professoressa Caliri, abbiamo avuto l’onore di avere come cicerone il professore Filippo Russo, che ci ha deliziato con le sue informazioni. Come prima lapide ci siamo soffermati su quella del pensionato Giovanni Salmeri che è stato accoltellato, bruciato ed abbandonato in una discarica a Scaccia da un uomo che gli ha rubato la sua misera pensione. L’uomo ha avuto una degna sepoltura, almeno in morte, qualcuno ha pensato di ricompensarlo del male fattogli in vita.

Questa uscita non è stata una casualità, è stata organizzata per il nesso che c’è tra i sepolcri e la poetica del poeta Ugo Foscolo (che in questo periodo stiamo studiando a scuola). Secondo Foscolo, per l’appunto, il pensiero della morte non viene visto come qualcosa di tetro e negativo, bensì come un rifugio, un posto in cui in si nasce e in cui si torna. Foscolo sostiene che se guardiamo la tomba da un punto di vista materialista, essa non è importante perché non offre alcun conforto al defunto, ma lo è per i vivi , perché solo loro possono trovare conforto piangendo sul sepolcro. La tomba è una corrispondenza d’amorosi sensi tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Foscolo insiste sul fatto che visitando le tombe dei personaggi illustri l’uomo imita il loro buon esempio.

Come è successo a Foscolo, abbiamo dei casi di gente rimasta con una “illacrimata sepoltura”, e passeggiando per il cimitero di Milazzo abbiamo visto tristi casi di ossari e croci poste fronte mare ,ma in un terreno incustodito e abbandonato che in passato veniva coltivato da frati.

Non avrei mai immaginato che il nostro cimitero fosse un pozzo di arte e architettura. A cominciare dalla pavimentazione, fatta esclusivamente a mano, in essa viene fatto un mosaico con delle pietre raccolte dalle nostre spiagge, ma anche per la singolarità delle cappelle. Ne abbiamo vista una molto particolare, addirittura scavata nel terreno! Una cappella che si non trova in superficie come tutte le altre, ma ci si può arrivare tramite una scala che giunge ad una porta che ti fa entrare dentro. Mi ha colpito molto una scultura rappresentante un orologio, con a capo la lettera alfa (che significa inizio) e con alla fine la lettera omega (che significa fi n e ), per simboleggiare il fatto che la vita è fatta di tempo, scandito dalle lancette di un orologio , si nasce e infine si è destinati a morire. Molto delicata la scultura di una coppia, molto probabilmente aristocratica; due sposi innamorati che si guardano. Il cimitero prende quasi le sembianze di un giardino, infatti troviamo palme e alberi in fiore, con al centro appunto quest’opera, scolpita minimi dettagli da scultori bravissimi dell’epoca, come Filippo Lo Schiavo. Il nostro cimitero è diviso in sezioni temporali, in base alle diverse epoche. C’è una zona dedicata ai defunti compagni di Giuseppe Garibaldi durante la spedizione dei Mille, come quello di Gaetano Ungarelli, uno dei mille.

GAETANO UNGARELLI

GENTILE D’ANIMO E D’INGEGNO

NACQUE IN QUESTA CASA LI 19 SETTEMBRE 1830

PER INTREPIDO AMORE DELLA LIBERTA’;

NEL 1853 DA AUSTRIACO GIUDIZIO CONDANNATO ALL’ERGASTOLO

ESULE NEL 1858 IN PIEMONTE

IL GIORNO 24 LUGLIO 1860 CADDE A MILAZZO

Ma a colpirmi è stata anche una figura che a mio avviso meriterebbe maggiore fama ,come ha ribadito anche il professore Filippo Russo. Si tratta del letterato Apollo Lumini studioso ed appassionato cultore di storia pratese. A lui si devono le prime interessanti ricerche sul rapporto tra Dante Alighieri e la città di Prato. Trasferitosi a Milazzo per insegnare alla scuola tecnica ( San Francesco di Paola, poi istituto d’arte) morì a soli 38 anni nel 1892. Girolamo Bonaccorsi invece fu uno sceneggiatore milazzese, appassionato di cultura greca e romana oltre che di teatro, infatti, possiamo notare che la sua tomba possiede caratteristiche riferenti all’architettura greco-romana ed un cenno al coturno, la calzatura usata dagli attori di tragedie greche.

Nel 1908, a Messina, ci fu un maremoto e tra le vittime ci fu il fanciullo Pier Maria Zugo , ricordato anche per l’ epigrafe scritta dal poeta Giovanni Pascoli, ai tempi professore presso l’Università degli Studi della città peloritana. “ Morto il XXVIII Dicembre MCMVIII con sua madre e con un popolo intero, no con suo padre… sopravvissuto a piangere e ad ammirarlo nella bella e vana sepoltura”.

Abbiamo anche visto la tomba di Giovanni Battista Impallomeni, magistrato al Ministero della Giustizia, poi ordinario di diritto e procedura penale all’Università di Parma ed uno dei fondatori della biblioteca milazzese. Le tombe “illustri” sono state tante, a nostro avviso sono stati illustri anche personaggi comuni che però hanno dato tanto a Milazzo, come Paolo Filoramo che con la sua libreria ha regalato lettura, come Osvaldo Gagliani che è stato dirigente scolastico nella scuola che io frequento, Claudio Paci che ha donato la sua musica, come il dj Giuseppe Tusa, Ernesto Dall’Oglio che ha regalato sport, i professori Bartolo Cannistrà e Peppino Pellegrino che hanno regalato cultura, il professore Gigi Billè che ha regalato storia. Quanti volti hanno dato qualcosa alla nostra città!

Il nostro libro “a cielo aperto “ci ha condotti a tanti personaggi che hanno preso parte alla Seconda Guerra Mondiale , sepolti a Milazzo. Anche se Milazzo non è certo una metropoli , molti milazzesi diedero la vita per la propria patria. Sulla spiaggia antistante il cimitero , vennero ritrovati numerosi corpi di soldati morti, alcuni identificati e altri non riconosciuti, i militi ignoti. Senza nome, senza identità. Che brutta cosa! Ed ecco che ci è apparsa di fronte la statua dell’ammiraglio Luigi Rizzo. A lui è stata dedicata la scuola media statale Luigi Rizzo, la statua situata verso la fine della Via Marina Garibaldi e un museo storico-culturale situato presso l’ufficio della Capitaneria di porto. Uno dei motivi per cui è cosi famoso è l’affondamento della corazzata della Marina militare austriaca ad opera dei MAS della Marina Militare italiana. Un’altra figura ricordata è quella di Massimo Raffaello Scala, capitano dell’aeronautica militare e uno dei migliori piloti acrobati italiani, capoformazione della pattuglia acrobatica di riserva “Cavallino Rampante” del 1960. Massimo Scala morì a causa di un incidente aereo in addestramento il 3 maggio 1961. Nino Ferrara, invece, fu uno dei fondatori di una delle prime società calcistiche di Milazzo. Infatti tutt’ora la una delle squadre comunali milazzesi prende il nome “Libertas Nino Ferrara”. Vito Caizzone, fu un uomo con la “U” maiuscola , salvò la sua fidanzata dal mare agitato, preservando la vita di lei, ma sacrificando la sua.

Don Giuseppe Cutropia, ricordato anche come Don Peppino, morto nel 2004, fu uno dei sacerdoti che “raccolse” tutti i fanciulli e i ragazzi adolescenti dalla strada e li accolse con amore nella sua parrocchia (la parrocchia del Sacro Cuore) dando vita a un oratorio, che ha acquisito il suo nome e a squadre di calcetto per ragazzi. Ci siamo mai chiesti se in una città come Milazzo ci siano mai stati dei Santi? Santi non lo so, ma un ragazzo che ci si avvicinava molto dall’esserlo sì. Abbiamo visto la sua tomba; lui è Francesco Davide Salmeri, nato il 15 Agosto 1977 e morto, alla tenera età di 16 anni.

Era un ragazzo diverso dagli altri. Crebbe nell’ambiente della parrocchia di Santo Stefano protomartire, ma già da piccolo lui stesso avvertiva di essere diverso dai suoi coetanei. Ebbene la sua era una passione che giorno per giorno diventava sempre più forte e più grande. Francesco aveva un diario, su cui scriveva preghiere, riflessioni e ringraziamenti a Dio e al figlio Gesù. Il sogno di Francesco era quello di diventare sacerdote, la sua anima era una della più pure, delle più candide. Lui non conosceva uscite con i suoi amici o feste, le uniche cose con cui conviveva erano un rosario e una bibbia, la sua routine quotidiana era andare a pregare in chiesa e andare dal confessore per confessarsi, tutti i giorni, senza saltarne uno. Ma purtroppo, sarà stato per decisione o colpa del destino crudele , ma un giorno di Maggio, accompagnato dalla madre e dalla cognata, durante un viaggio in macchina, sull’Autostrada A20 Me-Pa, perse la vita in un brutto incidente.

È vero che era un ragazzo troppo giovane per venire a mancare cosi, ma secondo il mio pensiero la sua morte era già pianificata in uno dei disegni ideati da Colui che sta sopra le nostre teste. Forse Francesco era un’anima troppo pura per rimanere in mezzo a noi mortali e peccatori. Oggi la Parrocchia di Santo Stefano Protomartire ha inaugurato un oratorio in nome di Francesco ed anche il gruppo degli adolescenti post cresima prende il suo nome. Tutti i giovani partecipanti, i catechisti e il sacerdote si battono nella speranza che un giorno venga nominato santo. E potremmo dire finalmente, che al cimitero di Milazzo abbiamo visto un anche un giovane santo!

Alessio Foti III C

 Comprensivo Primo Media Garibaldi – Milazzo