Gli incidenti tra romanisti e napoletani, di qualche settimana fa, lungo l’autostrada. L’imboscata tesa dagli ultras della Stella Rossa di Belgrado, gemellati con i napoletani, ai romanisti dei Fedayn, al termine di Roma-Empoli. Due recentissimi episodi che evidenziano quanto il fenomeno del teppismo calcistico coinvolga situazioni e contesti anche molto lontani dagli stadi e dalle partite. Ma quanto sono diversi questi episodi dalle ombrellate che  volavano nelle tribune degli anni Cinquanta? E quanto rispetto alle Invasioni e agli assedi agli spogliatoi degli anni Sessanta?

Sabato 18 febbraio, alle 18,, a Palazzo D’Amico, sarà presentato il libro “Il tifo violento in Italia Teppismo calcistico e ordine pubblico negli stadi 1947-2020”, scritto da Fabio Milazzo e edito da FrancoAngeli. Il libro di Fabio Milazzo indaga il fenomeno in una ricostruzione storica che copre l’arco di tempo compreso tra il secondo dopoguerra e il primo ventennio del nuovo millennio. Dopo i saluti istituzionali, introdurrà il professore Filippo Russo, presidente del Consiglio di Biblioteca Zi.Pe” e dialogherà con l’autore Antonio Baglio, docente di Storia Contemporanea dell’Università degli studi di Messina.

Fabio Milazzo collabora con la cattedra di storia contemporanea dell’Università di Messina e svolge attività di ricerca presso l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in provincia di Cuneo “D. L. Bianco”, dove è responsabile del Centro Studi per la Storia della Devianza, del Crimine e della Marginalità (Cesdem) e del progetto di ricerca La devianza in Italia dall’Unità al fascismo. Discorsi, rappresentazioni e figure.

«In italia – spiega Milazzo – le violenze hanno accompagnato le partite di calcio fin dalle origini, anche se è dal secondo dopoguerra che il fenomeno è andato incontro a una svolta. Non soltanto si registra un incremento degli episodi, ma progressivamente cambiano anche le cause e le tipologie di incidenti che, sempre più spesso, coinvolgono le opposte tifoserie. Complice l’attenzione mediatica riscossa dalle violenze, a partire dagli anni Sessanta si registra un diffuso e progressivo allarme sociale, in parte legato all’avvento del tifo estremo. Con gli ultrà gli scontri si moltiplicano, da episodici, diventano sempre più frequenti, rituali, fino a rappresentare un criterio per l’affermazione della supremazia tra i gruppi di tifosi violenti. La risposta dello Stato, tardiva e improntata a una legislazione di carattere repressivo ed emergenziale, determina ulteriori evoluzioni nel teppismo calcistico».