Sarà presentato giovedì 12 gennaio, alle 18.30, a Palazzo D’Amico il libro “Orgoglio Siciliano” di Nuccio Carrara. La presentazione del volume, edito da Bonfirraro, verrà introdotta da Mariella Morabito presidente Fidapa della sezione Milazzo. Interverranno  il sindaco Pippo Midili, Carmela Lo Bue, presidente Fidapa del distretto Sicilia e Rosalba Rantuccio della sezione di Venetico. Con Nuccio Carrara e Rino Nania autore del saggio “Siciliani ma non Ateniesi” dialogheranno Angelica Furnari e Natascia Fazzeri

Per Rino Nania questo evento rappresenta il pretesto per tornare a raccontare una storia fatta di luci e ombre su un destino accidentato ma ricco di sfumature, quale è quello del popolo, della mentalità e del territorio siciliani.  «Se il passato della Sicilia istituzionale – scrive – poggia su radici solide e centenarie che si rinvengono, si custodiscono gelosamente e si racchiudono nello statuto siciliano, oggi quella convenzione di natura costituzionale dell’impianto giuridico/antropologico appartiene ad uno stadio di civiltà, capace di fornire materia sia per meglio attingere alle fonti di criticità dell’attuale assetto, sia per capire fin dove si può spingere la critica analitica per comprendere ed individuare risorse e potenzialità, onde ricavare un aggiornato percorso di risposte e di soluzioni»
Nuccio Carrara nella stesura e cura del volume collettaneo (26 sono stati i contributi di studiosi, accademici e professionisti) ha messo a punto un palinsesto fatto di analisi puntuali sotto il profilo storico col professor Costa, Franz Riccobono e la professoressa Fiume. Ovvero ha ispirato evidenziazioni utili e critiche sull’impianto giuridico, su cui ed in cui si è sostanziato un itinerario che ha visto il sistema giuridico siciliano temporalmente anticipatore anche rispetto alla Costituzionale Italiana. Ma anche coniato un momento di caratterizzazione forte di un’autonomia che andrebbe ulteriormente applicata e perimetrata, partendo dal principio di responsabilità, favorendo scelte consapevoli e regole mirate alla partecipazione. Su questo crinale il testo si sofferma sulle potenzialità delle proposte legislative d’iniziativa popolare ovvero a proposte per referendum su materia di competenza regionale, su cui, attraverso una sorta di democrazia deliberativa, si possa rafforzare la partecipazione dei cittadini che può divenire momento di direzione e di profusione ed elaborazione di energie intellettuali.
Il libro – portato nelle piazze e in autorevoli sedi istituzionali, così diventa strumento per ampliare la discussione pubblica sulla storia e sul reticolo sistematico e regolamentare del sistema e sulla antropologia siciliana – dedica un’attenzione interpretativa puntuale su come procedere ed impiegare gli strumenti a disposizione dell’anima e dell’intelligenza siciliana.
Quindi l’itinerario avviato ha condotto non solo alla esplicazione dei contenuti del libro, ma ad articolare ed arricchire, attraverso la discussione pubblica, la comprensione di un destino che va ulteriormente imbastito giorno dopo giorno.
Ecco che così che un testo a più mani assume le sembianze animate di un curioso calembour, un caleidoscopio le cui tante facce mettono in luce passioni, vocazioni, ragionamenti proiettati a dare senso alla sicilianità, che si misura col cambiamento dei tempi e con le mutevolezze che rendono il divenire momento di riordino del passato e soprattutto momento di trasmissione e consegna di sapere utile a nuove interpretazioni e soluzioni.
Le evidenziazioni di usi e costumi, oltre agli aspetti civili e le divagazioni utili ad assaporare il gusto di un universo millenario, rappresentano la sicilitudine complessa ed articolata in grado di ispirare profondamente il sistema di un’antropologia e spiritualità che divengono poesia civile, impegno a costruire nuove armonie, attenzione intellettuale che cosparge di cure non solo la storia, ma anche il bisogno di proiettare la consapevolezza diffusa verso un radicamento del principio di partecipazione e condivisione.
Così il gran tour di un libro impersonifica una comunità di uomini e donne, scrittori e studiosi, intellettuali e tecnici in cammino perché le relazioni umane siciliane possano essere foriere di nuovi ed aggiornati momenti di bellezza, di radicamenti culturali tangibili, di nuove acquisizioni degli stati di civiltà.