Milazzo, zona industriale in subbuglio: operai in protesta alla Raffineria, A2A e Acciaierie 16 Marzo 2022 Cronaca 5 Commenti La zona industriale di Milazzo rischia di diventare una polveriera sociale. Da giorni nelle industrie più rappresentative, la Raffineria Eni-Q8 e la centrale termoelettrica A2A, gli operai sono in stato di agitazione. Ma anche alle acciaierie Duferco i problemi non mancano visto che la proprietà ha proposto a decine di operai il trasferimento a Brescia. RAFFINERIA. Alla Ram a tenere banco è la vertenza Sicem. Con l’allontanamento della ditta sono stati licenziati 150 operai che – nel rispetto del contratto d’area – dovevano essere riassorbiti dalle tre ditte subentrate che si sono aggiudicati i lavori nell’indotto. Ad oggi non sono stati assunti, avanzano quattro mensilità arretrate e, comunque, pare che verrebbero garantiti solo una settantina di posti. Da giorni si registrano proteste agli ingressi e, stamattina, oltre all’indotto, si sono uniti anche i dipendenti diretti dell’azienda petrolifera. Il 23 marzo è previsto un incontro a Sicindustria con le rappresentanze sindacali (il 24 è prevista, invece una riunione richiesta dal sindacato Fismic), le maestranze mantengono lo stato di agitazione, ritenendo quella data troppo distante, alla luce della loro condizione di disoccupati dallo scorso 3 gennaio. Gli operai ogni mattina bloccano i varchi di entrata delle aziende che operano nell’indotto e hanno evidenziato che «in mancanza di risposte sul rientro di tutti i lavoratori e delle date di rientro continueranno ad oltranza». «Chiediamo alla Ram di svolgere il ruolo che gli compete nei confronti delle ditte vincitrici dell’appalto, senza giocare sui numeri – afferma Pippo De Leo, segretario della Fismic Confsal – . C’è la necessita di una programmazione che garantisca il lavoro a tutti con le priorità previste dagli accordi d’area». A2A. Tensione anche nell’indotto di A2a, i sindacati chiedono un confronto tra la società lombarda e le ditte per il rispetto del protocollo stipulato in Prefettura nel 2018, che prevede la costruzione di un bacino per favorire il ricambio generazionale e il rientro di tutti gli operai non assunti o licenziati per rappresaglia antisindacale. La multiutility A2a Energiefuture nei mesi scorsi si era detta pronta ad investire 450 milioni per la conversione e la realizzazione di nuovi impianti, tutti con caratteristiche “green”. Ma le autorizzazioni tardano ad arrivare ACCIAIERIE. Secondo Cgil, Cisl e Uil si registrerebbero una «discriminazione nei confronti dei lavoratori più sindacalizzati ed una precarizzazione brutale dei contratti di lavoro, tramite l’utilizzo del lavoro somministrato, del contratto a tempo determinato e del distacco a comando da aziende terze». Da mesi, inoltre, le organizzazioni sindacali chiedono l’avvio di un confronto con le imprese dell’indotto per la definizione di un accordo integrativo che riconosca specifiche indennità salariali. Molti metalmeccanici e altre categorie di lavoratori sono assunti con contratti a tempo determinato o di somministrazione, e questo ha l’unico scopo – sostengono i sindacati– di rendere precario il lavoro ed impedire che i lavoratori intraprendano qualsiasi azione sindacale». Alle Acciaierie di Giammoro da anni viene applicata a rotazione la cassa integrazione. A complicare la situazione in queste settimane i problemi di approvvigionamento dei blumi a causa della guerra in Russia. Numerosi operai sono stati contattati dall’azienda con la proposta di trasferirsi a Brescia per proseguire la loro attività nel nuovo stabilimento della Duferco, ufficialmente per addestrare nuove maestranze con gli impianti che sono stati realizzati nel nuovo laminatoio. Chiaramente però tale proposta viene vista come un segnale di ridimensionamento dell’opificio di Giammoro e per questo i sindacati hanno deciso di chiedere un confronto con la proprietà per capire le intenzioni a medio-lungo termine di quella che un tempo era una solida realtà produttiva. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 8.655 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT