VIDEO. Una manifestazione pacifica e piena di testimonianze intrise di dignità. C’è stato chi ha impugnato il megafono e raccontato di avere aperto poche settimane prima del lockdown di marzo 2020 un ristorante gourmet ed oggi si ritrova senza spazio all’esterno e non potrà riaprire. Chi una nuova palestra piena di attrezzi e fornitori da pagare. Chi lavorava nel mondo delle discoteche e della musica dal vivo che non ha visto un euro di ristoro. Debiti con le banche, le bollette che continuano ad arrivare, contributi promessi e mai bonificati. Le storie raccontate durante la manifestazione organizzata ieri mattina in Marina Garibaldi da un comitato spontaneo che riunisce gli operatori di Milazzo si sovrappongono. Dietro però ci sono famiglie e figli da mantenere, fornitori da saldare, notti insonni con le lenzuola bagnate di lacrime. Senza parlare dei dipendenti  che – seppur in cassa integrazione –  percepiscono meno del 50% dello stipendio somma che non consente il sostentamento. In prima fila un cartellone eloquente: “Ci avete abbandonato” con i nomi dei deputati regionali della provincia di Messina.

LE RICHIESTE. Alla manifestazione erano presenti politici e sindacati. Dal sindaco Pippo Midili, all’assessore allo Sviluppo Economico Maurizio Capone; dai consiglieri comunali al deputato regionale Pino Galluzzo di Diventerà Bellissima ai Comunisti. Sindacalisti come Clarà Cucè della Cisl che sostiene i lavoratori del mondo dello spettacolo (service, deejay, attrezzisti) o il presidente del Centro Commerciale Naturale Pippo Russo. A tutti loro è stato chiesto di non intervenire ma di ascoltare le loro richieste. Queste le richieste: Protocolli di sicurezza per le attività ristorative per convivere con la pandemia (sfruttare lo statuto speciale) e l’ampliamento alle aperture non solo all’aperto; Stanziamento a fondo perduto alle aziende in base al calo di fatturato; stanziamento fondi per i comuni in modo da detassare i tributi locali; in caso di aumento di casi covid “chiudere” le singole province o territori interessati; aumento della cassa integrazione in deroga aumentata al meno al 70% e non al 40%; Garanzia e scudo per la credibilità finanziaria (bancarie).

A margine della manifestazione il deputato Galluzzo ha replicato sottolineando che molte delle richieste fatte non dipendono dalla Regione ma dal governo nazionale che ha fatto promesse mai mantenute a cominciare da fondi che non sono mai stati trasferite agli enti locali. «Il dpcm ha previsto il prolungamento della zona arancione in Sicilia, non è stata una scelta nostra. Io ero contrario. La regione siciliana ha pianificato 250 milioni di euro di ristori», ha sottolineato Galluzzo.

LE RISPOSTE DEL COMUNE. Il primo cittadino Pippo Midili è intervenuto sulle richieste degli operatori: «Superfluo sottolineare la vicinanza dell’Amministrazione a questi nostri concittadini che stanno subendo danni economici importanti a causa della pandemia – sottolinea Midili – Il Comune ha già iniziato a discutere con loro e stiamo per predisporre una serie di misure che da un lato si collegato alla normativa nazionale, ma dall’altro scaturiscono da nostre scelte proprio per far ripartire l’economia. Così dopo aver approvato qualche giorno addietro una delibera che concede il 50 per cento del suolo pubblico in più di quello già autorizzato ai titolari delle varie attività, prevedendo per ottenerlo un iter e una modulistica molto più agile rispetto allo scorso anno (servirà soltanto planimetria e attestazione), abbiamo destinato circa un milione di euro alla Tassa sui rifiuti, utilizzando, in attesa delle risorse dello Stato, il fondo perequativo regionale. Le attività del settore del food e della ristorazione e coloro che sono stati costretti alla chiusura per il Covid, beneficeranno della scontistica o della cancellazione totale rispetto a quanto previsto. Inoltre abbiamo abbattuto il costo della Tosap e poi avviato delle iniziative per aumentare il numero dei visitatori nel periodo estivo attraverso eventi che contiamo di realizzare all’interno del Castello e in altre zone della città nei mesi di luglio ed agosto. Un investimento che, se proprio vogliamo quantificarlo, si aggira sui tre milioni di euro, per dare un impulso alla ripartenza».

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Ex Milazzese
Ex Milazzese
3 anni fa

Andrebbero comprese a fondo le loro ragioni nel non ritenere “economicamente vantaggioso” utilizzare le piattaforme di delivery, organizzarsi in proprio con l’asporto, adattare la propria offerta al nuovo e cambiato mercato e proporre alternative intelligenti al consumo sul posto. Penso che il vero terrore sia il tracciamento dei flussi di cassa, adiuvata da un contorno sociopolitico connivente.

Ex Milazzese
Ex Milazzese
3 anni fa

Tutto ciò dimostra quanto si è impoverito il paese. I ristoratori sono divenuti il centro delle attenzioni, tutto il resto è perduto. Istanze di persone che, con i mezzi a disposizione, avrebbero potuto continuare tranquillamente a lavorare con l’asporto. Persa la capacità di adattarsi, non resta che attendere l’arrivo dell’estinzione. Triste verità che i molti “conservatori” faticano a capire.