A Palazzo dell’Aquila fioccano i ricorsi. Sarà discusso mercoledì 24 febbraio il ricorso presentato al Tar di Catania per conto di Giovanni Di Bella, ex consigliere ed assessore della giunta Formica, primo dei non eletti nella lista Diventerà Bellissima alle elezioni amministrative di ottobre. Di Bella contesta la mancata assegnazione di 44 preferenze a suo giudizio valide che gli hanno impedito nonostante 438 voti di essere riconfermato in aula. Solo nove le preferenze che lo dividono da Rosario Piraino. Ad essere chiamati in causa, oltre a Piraino, anche gli altri eletti: Maria Magliarditi e Alessia Pellegrino. Proprio quest’ultima, moglie di Mario Sindoni, il consigliere più votato, assieme a Piraino hanno presentato una “memoria di costituzione” con cui si chiede l’inammissibilità del ricorso.

Alessia Pellegrino (FOTO OGGI MILAZZO)

L’ex assessore ai Servizi Sociali lamenta «l’illegittimo annullamento di un serie di schede nelle quali risultava chiaramente e regolarmente espressa la preferenza». A dire il vero gli addetti ai lavori sono scettici sull’ammissibilità. La tendenza dei giudici è quella a non alimentare il meccanismo dei ricorsi se non per motivi eclatanti in modo da evitare che ad ogni elezione il tribunale venga intasato da richieste di riapertura dei plichi. L’ultima bocciatura è avvenuta qualche giorno fa. Il Tar recentemente ha rigettato due ricorsi presentati da Nino Casimo, candidato a sindaco di Basicò, che ha perso la competizione per appena 2 voti. Nella richiesta di Di Bella, che si è affidato all’avvocato Pietro Speziale di Messina, si sottolinea, infatti che «non si tratta di rivedere la valutazione e, conseguentemente, l’assegnazione di voti di lista e di preferenza validi, in funzione “esplorativa” e con l’inammissibile intento di riaprire o rinnovare lo scrutinio ex post innanzi al giudice. Al contrario di accertare la illegittimità dell’annullamento e della mancata attribuzione a favore del ricorrente dei voti di preferenza espressi in schede dichiarate nulle, in relazione alle quali, per l’appunto, il voto dell’elettore è andato perso».

GLI ERRORI. Di Bella riporta le singole sezioni i cui, a suo giudizio, non gli sarebbero stati assegnati i voti. Ma quali sono le fattispecie? In alcune schede viene scritto il nome e cognome ma senza porre la croce sul simbolo; in altre è contrassegnato il simbolo di “Diventerà Bellissima” ma il nome esatto del candidato è riportato in una riga diversa. Probabilmente elettori più anziani hanno scritto “Di Bela” o “Dibbella” oppure Gianni al posto di Giovanni. Qualche volta il cognome era scritto a stampatello e il nome in corsivo.

Rosario Piraino (FOTO OGGI MILAZZO)

L’OPPOSIZIONE. Ad opporsi sono Pellegrino e Piraino che si sono affidati all’avvocato Candeloro Nania. «La disamina (di Di Bella, ndr) – si legge – rimane in una dimensione del tutto astratta, atteso che dai verbali delle singoli sezioni elettorali, come redatti dai componenti del seggio elettorale, non emerge nulla che possa consentire una verifica concreta e una consequenziale contestazione dei dati». Poi si entra nello specifico: «Il ricorrente pur avendo diligentemente descritto la macrocategorie di vizio, non ha tuttavia offerto una puntuale descrizione di ogni singola scheda contestata, della quale deve emergere e deve essere fornita una rappresentazione il più possibile precisa affinchè possa essere ricercata dai verificatori».

LE SVISTE DEI RAPPRESENTANTI DI LISTA. E qui, forse, bisognerebbe tirare le orecchie ai rappresentanti di lista probabilmente poco attenti a tutelare, in questo caso, Giovanni Di Bella ma – si vocifera – molto attivi in altri casi. Come sottolinea lo stesso controricorso di improcedibilità: i casi elevati dal ricorrente a tipologia di vizio sono stati verbalizzati «tutti assieme e confusamente» solo nel verbale finale della sezione n.1: nessuna contestazione al momento dello spoglio. Ma se le contestazioni sollevate da Di Bella si rivelassero vere, come giustificare simili e macroscopiche sviste?

DIETRO LE QUINTE. Se Giovanni Di Bella rientrasse in aula al posto di Rosario Piraino, quest’ultimo sarebbe destinato a sostituire in giunta Francesco Alesci. Attualmente in consiglio pare che Forza Italia stia facendo acquisti anche per rafforzare nell’esecutivo la posizione dell’assessore/consigliere Maurizio Capone nominato in quota all’ex assessore regionale Bernadette Grasso (oggi deputato all’ars e coordinatore provinciale di FI) . Tra i corteggiati Lidia Russo.