La camera ardente allestita nell'aula consiliare del comune di Milazzo (FOTO OGGI MILAZZO)Allestita al Municipio di Milazzo la camera ardente del sottufficiale Aurelio Visalli. La rabbia dei parenti 27 Settembre 2020 Cronaca 1 Commenta Palazzo dell’Aquila ha accolto la salma di Aurelio Visalli, il sottufficiale della Guardia Costiera morto ieri nel tentativo di riportare a riva un quindicenne milazzese in balia delle onde del mare in tempesta di Ponente. Il suo corpo, dopo oltre un giorno di ricerche, è stato trovato stamattina, intorno alle 8, dai suoi colleghi alla ngonia Tono dove le correnti lo avevano trascinato dal tratto prospiciente l’ex discoteca Le Cupole. Verso le 13,30 la salma è stata trasportata a spalle dalla capitaneria all’aula consiliare del municipio di Milazzo dove è stata allestita la camera ardente. I funerali in un primo momento dovevano essere celebrati a Venetico ma non è escluso che possano essere fissati o al Santuario di San Francesco di Paola (patrono della gente di mare) o al Duomo in modo da consentire a più persone di dare l’ultimo saluto ad Aurelio Visalli. LA RABBIA DEI PARENTI. La salma è stata riconsegnata alla famiglia dopo il riconoscimento dei parenti e la visita del medico legale disposta dal magistrato di turno della Procura di Barcellona. Non è stata ritenuta necessaria effettuare l’autopsia dei resti. Non è escluso, però, che venga aperto un fascicolo. I parenti del sottufficiale di Venetico che lascia la moglie, Tindara Grosso, e due bambini, un maschio di 11 anni e una femmina di 6. Vorrebbero capire meglio le dinamiche hanno portato il militare ad affrontare l’emergenza. Capire se avevano le attrezzature necessarie. A parlare ai giornalisti è stato il cognato, Antonio Crea, comandante della polizia locale di Venetico. “Era stato alla Maddalena, a Lampedusa, aveva esperienza e professionalità non avrebbe messo a repentaglio la sua vita – ha dichiarato al Fatto Quotidiano – Il volto graffiato e il corpo pieno di lividi, sbattuto tra le onde sugli scogli, ma ci chiediamo quando e se è morto subito: poteva essere salvato? E perché i suoi colleghi non si sono gettati in mare per cercare di salvarlo?». E poi. «“Il salvataggio è avvenuto senza giubbotto, senza protezioni di alcun tipo – denuncia il cognato al fatto Quotidiano – e le ricerche sono avvenute con mezzi non adatti a quelle condizioni meteo, gli elicotteri sono invece partiti in ritardo». Secondo Crea i militari che sono intervenuti «hanno ricevuto l’ordine di intervenire via terra, ma sono andati solo con un salvagente e una corda». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 15.904 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT