L'automobile in cui vive il senza tetto alla stazione di Milazzo#iorestoacasa, ma a Milazzo c’è chi non lo può fare perché vive per strada. Le storie di Milly e di un ex artigiano 20 Marzo 2020 Cronaca 3 Commenti “Io resto a casa” è la parola d’ordine di questi giorni per combattere il coronavirus, ma a Milazzo c’è chi una casa non ce l’ha e vive nel piazzale della stazione ferroviaria, in un’automobile, o in una panchina del porto. Due le storie segnalate ad Oggi Milazzo. L’EX ARTIGIANO DORME ALLA STAZIONE. La prima è quella di un sessantenne di origine milazzese che da mesi si ritrova senza un tetto e un lavoro ma sopravvive a questa condizione con estrema dignità e coraggio. E’ smagrito, barba incolta ma tutto sommato pulito perché usufruisce del bagno pubblico per la sua igiene personale e per lavare i vestiti che stende in bella vista sulla strada. Racconta che non si è mai sposato, era un ex artigiano emigrato al Nord, ad un certo punto si è ritrovato solo e senza un lavoro. Così ha preferito ritornare nella sua Milazzo anche se ad attenderlo non c’era nessuno. Impossibile che nessun viaggiatore o chi lavora all’interno non si sia mai accorto di questo senzatetto circondato da sacchetti che custodisce in una vecchia Opel Astra bianca abbandonata nel piazzale antistante che abitualmente usa come letto di fortuna tra un ammasso di utensili, buste, cartoni ed un vecchio plaid. «Io vorrei volentieri restare a casa, ma non ce l’ho e poi al danno la beffa a causa di questo coronavirus che sento parlare da tanti giorni non posso racimolare spiccioli o cibo che mi venivano donati perché qui alla stazione c’è il deserto, con la paura di farmi fermare dalle forze dell’ordine», incalza l’uomo che ha vinto la sua battaglia contro l’alcol. Ha voglia di parlare perché in questi tempi di emergenza a scarseggiare è soprattutto la socialità che condivideva con gli altri nel viavai ai treni. «Non c’è più nessuno – ribadisce». Quattro parole che racchiudono tutto il suo dramma. Il suo e di tutti gli altri “invisibili”in giro per l’Italia senza una casa come lui e che non possono gridare: #iorestoacasa. La panchina in cui dorme Milly, nel porto di Milazzo L’OLANDESE MILLY DORME SU UNA PANCHINA DEL PORTO. L’altra storia di invisibilità è quella di Milly, una olandese di 42 anni che si trova a girovagare da due settimane sulla cortina del porto senza una meta, dormendo su una panchina sotto gli occhi di tutti. «Mi trovo nel vostro comune perché nel 1999 a Maastricht, una città universitaria nei Paesi Bassi, conobbi un milazzese di cui mi innamorai. Da qualche mese sono in Italia ho fatto qualche lavoretto in Toscana per sopravvivere e raggiungere la Sicilia e trovare questo mio coetaneo». Milly, capelli biondi raccolti in un cappello ed una gonna lunga, parla correttamente in italiano, laureata in Scienze della Comunicazione, vive per strada da tanti anni come una clochard. Non possiede documenti perché sostiene glieli abbiano rubati assieme alla borsa. «Non denuncio il furto alla polizia per paura che non mi facciano stare più in giro. La mia casa è la strada, vorrei averla un’abitazione ma non possiedo nulla». A due settimane dal suo arrivo sente sempre parlare di coronavirus e grazie alla carità della gente anche solo per un caffè o un panino, riesce a sostenersi. «Mi lavo a mare, senza una casa è dura sopravvivere, soprattutto con questi controlli». Anche lei #iorestoacasa non lo può dire. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 28.109 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT