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VIDEO. C’è anche un bar di Milazzo e una sala ricevimenti di Santa Lucia del mela tra i beni confiscati dalla Dia di Messina, a conclusione di un’attività investigativa che sta portando ad all’applicazione del provvedimento emesso dal Tribunale di Messina – Misure di Prevenzione, nei confronti di Pietro Nicola Mazzagatti, di Santa Lucia del Mela. L’imprenditore è ritenuto esponente del “clan dei barcellonesi”, attiva nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto e nei comuni limitrofi, costola di “Cosa nostra” siciliana.

«Mazzagatti – si legge nel comunicato della Dia –  detenuto nel carcere di Viterbo in regime di 41 bis, è imprenditore radicato nel barcellonese che, forte della sua organicità nel sodalizio mafioso, è riuscito nel tempo ad acquisire il monopolio delle attività di ristorazione, di somministrazione di alimenti e di catering, nel territorio di Santa Lucia del Mela».

«La sua carriera criminale – continua la nota stampa  – ha inizio negli anni ’90 quando, a conclusione dell’operazione “Sistema”, viene condannato per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni dei titolari della società CO.GE.MAR. s.r.l. di Barcellona Pozzo di Gotto, costretti a corrispondere il “pizzo” per i lavori di consolidamento effettuati a seguito di eventi calamitosi in Gualtieri Sicaminò».

Ulteriori risultanze sono emerse anche dall’operazione Catering, che ha visto Mazzagatti – sottoposto, per fatti risalenti al dicembre 2004, a misura cautelare e imputato anche per associazione di tipo mafioso – ad essere condannato per la tentata estorsione ai danni di un cittadino iraniano, titolare di un’attività commerciale di tappeti persiani e di una struttura adibita a sala ricevimenti sita in San Pier Niceto.

Più recentemente, in Gotha VI – operazione che ha fatto luce su 18 omicidi consumati e 2 omicidi tentati, commessi tra i primi anni ’90 ed il 2012 -, Mazzagatti è stato colpito da ordinanza di misura cautelare personale, in quanto ritenuto direttamente coinvolto in due omicidi, quello di Fortunato Ficarra, ucciso nel luglio del 1998 all’interno del bar “Valerie” di Santa Lucia del Mela, e quello di Domenico Tramontana, boss della zona di Terme Vigliatore per conto del “clan dei barcellonesi”, ucciso nel 2001 in località Calderà di Barcellona Pozzo di Gotto. In ordine a tali fatti di sangue, nel luglio scorso, la pubblica accusa ha chiesto la condanna alla pena dell’ergastolo.

Con l’odierno provvedimento – che scaturisce dal precedente sequestro di prevenzione eseguito a giugno 2018 sulla base delle investigazioni svolte dalla Dia di Messina – si giunge alla confisca del patrimonio che Pietro Nicola Mazzagatti è riuscito a costruire con l’appoggio della consorteria criminale di riferimento “dei barcellonesi”, comprensivo, tra l’altro, di importanti contesti imprenditoriali quali la prestigiosa struttura ricettiva e sala ricevimenti Villa Mont Valerie, nonché il bar/gelateria Valerie Coffee and Pastry di Milazzo.

Con la confisca disposta, il suo patrimonio, costituito da 4 imprese comprensive di capitale sociale e compendio aziendale, 14 immobili, 19 terreni, numerosi mezzi personali ed aziendali nonché vari rapporti finanziari, anche intestati a soggetti terzi individuati, stimato complessivamente in 32 milioni di euro, passa da oggi definitivamente nelle mani dello Stato.

La Dia di Messina si è attivata a conclusione di un’attività investigativa scaturita su proposta del Direttore della Dia, Generale Giuseppe Governale, e del Procuratore Capo della locale Direzione Distrettuale Antimafia, Maurizio De Lucia.

 

 

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Peppe
Peppe
5 anni fa

Scusate non capisco certe affermazioni, tipo che il bar..non deve essere frequentato ecc. Allora, i beni sequesrrati non sono più nella disponibilità degli ex proprietari ma sono definitivamente beni dello stato. Pubblici. Le attività vanno mantenute a salvaguardia delle persone estranei ai fatti che ci lavorano. In attesa di vendita.

GeordieSiculo
GeordieSiculo
5 anni fa

Il problema non è la proprietà in odore di mafia o il sequestro,ma il fatto che si sa da sempre di chi è quel bar,poi il sequestro preventivo c’e’ stato già oltre un anno fa con 100 articoli di giornale.Ma il locale è sempre pieno di milazzesi.In una città normale e civile,un bar che è di proprietà di imprenditori in odor di mafia sarebbe stato chiuso già da mesi perché fallito per pochi clienti

Davide
Davide
5 anni fa
Reply to  GeordieSiculo

A questo punto proporrei un cambio di insegna: “Valerie Coffee e Mafy” (altro che Pastry!). Beh, se i dolcetti son buoni è logico che gli avventori siano sempre numerosi. Il problema, semmai, risiede nella non chiusura del locale (e non solo di questo) pur ci sia una vicenda giudiziaria in atto. Sequestro de che?

Davide
Davide
5 anni fa
Reply to  Davide

Ill.ma redazione, potreste spiegarmi perché, spesso e volentieri, mi “castrate” i miei commenti? Se non sussiste offesa, minaccia, accusa personale, blasfemia, volgarità e quant’altro, perché censurate? Conoscete l’art. 21 della nostra costituzione? Ripeto: chi delinque dovrebbe stare in galera, non in giro! (nessun nome e cognome fatto).