ANTEPRIMA. Non solo la Corte dei conti ha assolto i consiglieri e funzionari che nel 2001 avevano innalzato il gettone di presenza del consiglio a 100 euro ma nella sentenza pubblicata oggi ha condannato il comune di Milazzo a pagare oltre 51 mila euro di spese legali agli indagati oltre iva e cassa avvocati. La Procura della Corte dei Conti aveva chiesto la restituzione di oltre 17 mila euro ciascuno ai consiglieri comunali presenti in aula al momento della votazione, al segretario generale del tempo ed a un dirigente comunale. Per un totale di circa 476 mila euro relativi al periodo non andato in prescrizione.

aula consiliare

A ricevere la citazione la segretaria comunale Maria Luisa Alfino, i consiglieri Alessio Andaloro, Maurizio Capone, Giuseppe Cattafi, Giuseppe Codraro, Giovanni Crisafulli, Franco Cusumano, Maria Rosaria Cusumano, Paolo De Gaetano, Giuseppe Di Natale, Pippo Doddo, Antonio La Rosa, Giuseppe Magistri, Peppe Marano, Giovanna Messina, Giacomo Micale, Andrea Mondo, Maurizio Munafò, Santino Napoli, Gioacchino Puglisi, Paolo Rondone, Enzo Russo, Stefano Ruvolo, Stefano Salmeri, Orazio Saraò, e l’ex dirigente comunale Nino De Pasquale. Secondo la Procura della Corte dei conti avrebbero procurato tra settembre 2007 e aprile 2011 un danno erariale al comune di Milazzo “con inaccettabile, se non interessata, faciloneria nella interpretazione della disciplina di riferimento”. In realtà per gli interessati non hanno avuto grosse difficoltà a difendersi. La normativa contestata (cioè il mancato rispetto del decreto legislativo 267/2000), infatti, non era stata recepita dalla Regione Siciliana dove, al contrario operava la legge 30/2000. A stabilire le indennità minime, invece, era il decreto del presidente della regione n. 19/2001.