“La sua musica ha un’importanza genuinamente visionaria, una via avanzata verso l’arte”. La definizione della Guida al jazz della Penguin inquadra alla perfezione Steve Lehman, compositore, sassofonista e accademico, uno che esprime da un decennio uno dei pensieri compositivi più avanzati della musica afro-americana. Lehman con il suo trio – Damion Reid alla batteria e Matt Brewer al basso -, è tornato in tour in Europa con una manciata di nuove composizioni e nuovi arrangiamenti e suonerà in Italia nelle due date del Circuito Jazzistico Siciliano, la rete culturale che vede insieme l’associazione Catania Jazz di Catania, titolare dell’omonima stagione, l’associazione Musiche di Palermo, titolare con l’associazione Nomos del cartellone Nomos Jazz, l’associazione Musicarte di Caltanissetta, titolare del cartellone Nissa Jazz, e la cooperativa Arte E A Capo di Milazzo titolare del cartellone Milazzo Jazz.

Il teatro Trifiletti

Il Lehman Trio sarà sabato 15 al Catania Sheraton Hotel per Catania Jazz e domenica 16 marzo al Teatro Trifiletti di Milazzo per Milazzo Jazz. Compositore e sassofonista contralto, Lehman ha guadagnato una reputazione grazie ad un “futurismo” dal passo sicuro, in particolare con il suo elegante ma audace ottetto. Newyorkese, 36 anni, Lehman lavora in un ampio spettro di linguaggi musicali sperimentali tanto che il New York Times lo ha descritto come “un sassofonista semplicemente abbagliante”; il quotidiano della Grande Mela nel 2009 ha scelto il suo disco “Travail, Transformation & Flow”, realizzato in ottetto, come album jazz dell’anno. Il britannico The Guardian ha descritto Lehman come “una delle figure di trasformazione del primo jazz del 21° secolo”. Undici dischi realizzati con vari progetti in 10 anni, l’ultimo del 2012 è “Dialect Fluorescent” realizzato proprio con il trio, un tentativo di ristabilire, con il trio, il suo radicamento nella tradizione post-bop. L’album, condiviso con Brewer e Reid, oltre a proporre alcuni pezzi originali elegantemente “incespicanti” – tra cui “Alloy”, riproposto dal repertorio dell’ottetto in una lettura stridente e più asciutta -, include diversi brani del repertorio jazz, presentati senza grandi ricostruzioni. Il più noto di questi è “Moment’s Notice” di John Coltrane riletto con un ritmo asimmetrico; “Jeannine” di Duke Pearson e “Mr. E” Jackie McLean, già mentore di Lehman, aderiscono ancora più da vicino al materiale originale, che funge da trampolino di lancio che scaglia il trio lungo una traiettoria veloce che fende l’aria. Lehman ha suonato e registrato a livello nazionale e internazionale con i suoi ensemble e con quelli guidati da Anthony Braxton, Dave Burrell, Dave Douglas, Mark Dresser, Vijay Iyer, Oliver Lake, Jason Moran,