Avvocato Filippo Barbera

Il Tribunale monocratico penale di Barcellona, accogliendo la richiesta avanzata congiuntamente dal Pubblico Ministero e dall’avvocato Filippo Barbera, difensore della parte civile, ha condannato per diffamazione su Facebook un ex consigliere comunale di San Filippo del Mela, Egidio Maio, 66 anni, noto per le battaglie ambientaliste con Zero waste..

La vicenda risale al 2013 quando, come è stato accertato nel processo, Maio, intervenendo in un “gruppo” facebook filippese a proposito delle vicende legate alla realizzazione dell’elettrodotto “Terna”, attaccò Gavino Paulesu, 54 anni, a quel tempo Presidente del consiglio comunale di San Filippo del Mela.

Secondo quanto poi ricostruito in sede processuale, in particolare, Maio – commentando alcune affermazioni del Paulesu nello stesso gruppo di Facebook – si sarebbe fatto lecito, ad un tratto, rivolgere espressioni ritenute dal politico pesantemente offensive. Secondo l’imputazione successivamente elevata dalla Procura della Repubblica, addirittura, Maio sarebbe giunto a definire “ipocrita” ed “imbroglione” Paulesu, accusandolo poi di aver firmato in precedenza una “convenzione dove hai accettato di barattare la salute dei cittadini con soldi…assumiti le tue responsabilità, ipocrita”. Di qui la denuncia del Paulesu.

In un primo momento, a seguito delle indagini, la Procura aveva richiesto l’archiviazione del procedimento, ritenendo che le “critiche” del Maio fossero “scusate” dal contesto politico in cui erano inserite.

Il Giudice per le indagini preliminari di Barcellona, tuttavia, aveva invece accolto l’opposizione presentata al tempo dai legali del Paulesu, assistito nell’intera vicenda dagli avvocati barcellonesi Filippo Barbera e Sebastiano Calderone, rigettando, come richiesto dai suoi difensori, la richiesta di archiviazione ed ordinando la celebrazione del processo.

Secondo il Gip barcellonese, infatti, ed evidentemente anche secondo il Giudice del dibattimento che ha ora condannato penalmente e civilmente il Maio le espressioni rivolte su facebook non erano “coperte” dal diritto di critica politica né giustificate e giustificabili in alcun modo. Da qui la condanna di Maio per diffamazione, sia al pagamento di una multa che al risarcimento dei danni in favore di Paulesu.

La sentenza, le cui motivazioni saranno rese note entro 60 giorni, si pone, tra l’altro, come un atteso importante precedente nelle delicate materie della diffamazione attraverso i social e del diritto di critica politica.