Motovedette della Guardia Costiera nell'Area marina protetta di Capo Milazzo Area Marina Protetta, consiglio comunale approva lo statuto. Ma al Capo fioccano multe e denunce 6 Luglio 2019 Ambiente 18 Commenti Il consiglio comunale ha approvato lo statuto del consorzio che gestirà l’Area Marina Protetta di Capo Milazzo. Ieri sera, alla terza seduta, il documento è stato approvato all’unanimità dei presenti (18) con un astenuto (Nino Italiano). Lo statuto dovrà ritornare al Ministero dell’Ambiente per l’approvazione definitiva visto che sono stati approvati anche sette emendamenti presentati dai consiglieri Pippo Midili e Rosario Piraino. Tra le novità più significative la durata del consorzio (20 anni), la durata del consiglio (3 anni), i requisiti per essere nominati nel cda (laurea o esperienza comprovata e assenza di rapporti in essere con il Comune all’atto della nomina), “peso” dei tre consiglieri nominati dall’ente municipale (gli altri due saranno indicati dall’associazione Mare Vivo e dall’Università di Messina). Al municipio si ritiene che il Ministero esprimerà un giudizio sulle modifiche entro fine mese. Se vi saranno obiezioni l’atto dovrà essere nuovamente sottoposto all’aula. Il sindaco Giovanni Formica ha fatto sapere che per la scelta dei tre consiglieri procederà ad una selezione tramite manifestazione d’interesse. I componenti del cda saranno a titolo gratuito. E’ quasi certo, però, che la stagione ormai è compromessa. Senza il consorzio non è stato possibile ottenere autorizzazioni per usufruire dei campi boa che dovranno nascere per le brevi fermate o per fare diving in quanto rimangono in atto i divieti previsti dal decreto ministeriale che istituisce l’amp. Tanti appassionati di diportismo hanno rinunciato alla propria imbarcazione. La Guardia Costiera, infatti, dopo una prima parte di stagione in cui ha vigilato facendo per lo più opera di sensibilizzazione ha cominciato a elevare verbali alle imbarcazioni che vengono fermate all’interno della riserva. Addirittura, nel caso di ormeggio (con l’ancora depositata nei fondali tutelati) scatta la denuncia penale come avvenuto nei giorni scorsi ad uno sfortunato diportista piemontese. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 8.402 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT