Avrebbe puntato una pistola nei confronti di una ex dipendente in piazza XXV Aprile minacciandola di morte. Dopo la condanna in Corte d’Appello, la Cassazione ha annullato la sentenza rispedendo gli atti al tribunale di Reggio Calabria. Il protagonista della controversa vicenda è l’imprenditore E. U., 73 anni, all’epoca dei fatti ai vertici di una importante azienda di Milazzo. I fatti risalgono al 16 novembre 2006. E.U era imputato per due accuse: avrebbe illecitamente portato in piazza XXV Aprile una pistola di marca e calibro imprecisate e compiuto minaccia aggravata nei confronti di R.A. una ex dipendente che aveva avviato una causa di lavoro.

Piazza XXV Aprile, il luogo dove ci sarebbe stata la minaccia

Secondo l’accusa le avrebbe puntato la pistola all’interno del parcheggio dicendole: “Sei una persona morta”. L’imprenditore è stato condannato dal giudice monocratico di Milazzo, Giuseppe Martello, nel 2008 ad una pena di 2 anni di reclusione e al risarcimento dei danni nei confronti della donna. Il 13 aprile 2012 la Corte d’Appello di Messina ha riformato in modo parziale la sentenza riducendo la pena a 9 mesi di reclusione (pena sospesa) ma confermando il risarcimento danni. Contro questa sentenza E.U. e il suo legale, Pinuccio Calabrò, hanno presentato ricorso in Cassazione dove la sezione penale ha annullato la sentenza con rinvio alla Corte d’Appello di Reggio Calabria per rifare il processo. In Cassazione il legale di E.U. aveva chiesto l’annullamento per l’omissione di alcune prove decisive a favore del cliente. Il ricorso è stato accolto.