ISTITUTO ETTORE MAJORANA. Lo spettacolo teatrale “Ossa” dedicato a Placido Rizzotto ha aperto la rassegna teatrale dal titolo Se si insegnasse la bellezza del progetto Educazione alla legalità cui ha aderito in maniera partecipativa e convinta la popolazione scolastica dell’Istituto Tecnico Industriale “Ettore Majorana” di Milazzo.

Il primo spettacolo proposto dall’Associazione Magica è stato quello dello straordinario attore Alessio Di Modica, che attraverso il teatro, con il suo monologo “Ossa“ che dal racconto popolare dell’osso che canta arriva alla storia di Placido Rizzotto, parla di mafia arrivando alle coscienze del pubblico spettatore.

L’attore, infatti, racconta due storie di ossa. La prima è la fiaba dell’osso che canta, un classico dei racconti legati al mondo della pastorizia, dal nord Europa all’Africa ogni cultura ha la sua versione di questa storia. I temi principali sono il tradimento e la memoria, la storia narra di un fratello che ammazza l’altro e tenta di nascondere il suo crimine.

Ma questa fiaba somiglia ad una storia vera, alla storia di Placido Rizzotto, un sindacalista siciliano che animò il movimento di occupazione delle terre a Corleone dando vita alla prima forma di antimafia sociale del dopoguerra.

L’ attore Di Modica, attraverso parallelismi e richiami sorprendenti, arriva alle ossa che rivendicano verità e giustizia, quelle di Rizzotto che fu fatto sparire nel tentativo dei suoi assassini di nascondere il corpo e far scordare l’uomo e l’operato. Ma le sue ossa, ritrovate in un pozzo il 7 novembre 2009, riusciranno a far vincere la memoria sulla dimenticanza. Le due storie vengono raccontate con uno stile narrativo semplice, “ridotto all’osso”, in cui la fiaba e la crudele realtà si incrociano.

Attraverso l’interpretazione dell’attore queste ossa cantano un grido di giustizia, una verità che richiede un impegno attivo soprattutto da parte di noi giovani: la mafia si può sconfiggere.

Lo splendido monologo “cantato” da Alessio Di Modica è dedicato non soltanto a Rizzotto ma a tutti i movimenti nati nelle nostre terre in quegli anni dolorosi, i movimenti di occupazione. Con profondo senso di giustizia l’attenta platea ha condiviso il monito dei fratelli Di Modica su quanto sia importantissimo ricordare questi messaggi e le stragi di giustizia, ma anche ricordare che parallelamente al virus, alla malattia, al cancro della nostra terra questo territorio è generatore del bene perché parallelamente al male, ha prodotto l’antimafia fatta: da Rizzotto, a Peppino Impastato, a molte altre figure che hanno fatto battaglie di questo tipo e per questo essere fieri e pur ribadendo che la giustizia è lenta, credere che essa arriverà.

MARICA GENOVESE III C BS