L’APPROFONDIMENTO. Costosissimi cestini natalizi, viaggi a Portorosa di cui si sconosce il motivo, chili di bigliettini da visita. I debiti del comune di milazzo, oltre 40 milioni di euro secondo quanto dichiarato dal sindaco Carmelo Pino nella conferenza stampa di stamattina, sono costellate anche da spese definite “pazze”. E’ assurdo pensare che la situazione sia precipitata per questi acquisti, ma di certo tratteggiano un modus operandi ben preciso.

Gitto, Nani’, Midili, Pino

“Tre milioni di euro di crediti messi a bilancio erano accompagnati da documenti privi di attestazione giuridica – ha svelato l’assessore alle Finanze Pippo Midili riferendosi al lavoro svolto dall’Organo di liquidazione racchiuso nel conto consuntivo 2011 approvato dalla giunta – il Comune li vantava e li spendeva pur non potendo. Altri, datati, sono caduti in prescrizione. Spesi per la comunità? No, i soldi dei cittadini di Milazzo sono stati spesi in maniera indecorosa. Ancora mi sogno la notte i cesti di vimini natalizi per i quali vennero spesi 10 mila euro e che nessuno, qui al Comune, ha mai visto. Così come vorrei capire chi ha speso 10 mila euro in viaggi da Milazzo a Portorosa, cifra messa in bilancio insieme ai 16 mila bigliettini comprati dal vecchio sindaco. Facendo un rapido calcolo ne doveva distribuire quasi 200 al giorno”. Le spese pazze sarebbero continuate anche dopo il 2009, quando il Comune aveva sforato il patto di stabilità. “Non potevano essere assunti collaboratori ed esperti esterni a pagamento – continua Midili – e invece oltre a questo sono riusciti a inserire come spese essenziali i 35 mila euro per un evento di Carnevale. Inoltre per mantenere basso il costo degli avvocati non veniva quantificato il costo totale della causa, ma solo un presuntivo iniziale: in soldoni, si mettevano 800 euro a bilancio e poi arrivavano parcelle da 30 mila euro. Qualche consigliere ha anche organizzato una fiaccolata perché l’Enel tagliava la luce, senza ricordarsi che il debito risaliva a quando era all’interno del Comune. Ogni anno venivano messi in previsione di bilancio 800 mila euro e se ne spendevano sempre il doppio. Chissà perché non aumentavano le cifre, forse per poterle spendere da altre parti?”. Tutti questi fatti non sono nuovi. Un anno fa il segretario generale in carica avvisò la magistratura barcellonese. “Qualcuno ha tentato di attribuire alla parola “dissesto” la nomea di “disastro” – ha detto carmelo Pino – e, infatti, abbiam visto che non è stato così. Forse perché questa amministrazione ha cancellato il gettone d’oro? Mi sa che era un pastone gettato per prendere i cefali. Non potevamo essere complici di fatti così gravi che fanno solo del male alla città”. Non poteva mancare un accenno di Midili alla richiesta di rinvio a giudizio sulle nomine di dirigenti e la proroga a lavoratori precari. “Sono orgoglioso di dover affrontare un processo per aver dato lavoro a 25 persone. Dicono che avrei minacciato verbalmente un ragioniere generale e un responsabile del personale. Contro di me c’è solo una registrazione comica nella quale invito l’ex ragioniere Caravello a uscire da una stanza nella quale non poteva per legge stare. Mi sa che ci sarà da divertirsi” ha concluso l’assessore.

SEBASTIAN DONZELLA