IL CASO. Non ha firmato il ricorso, non ha contribuito a pagare le spese legali, ma dopo la vittoria giudiziaria contesta i colleghi che hanno lottato affinchè il consiglio comunale di Milazzo venisse reintegrato dopo la decadenza. Protagonista di questa surreale polemica è l’ex consigliere comunale Peppe Marano, neo esponente del movimento Green Italia. “La democrazia nella nostra città rimane ancora sospesa – scrive in un comunicato – e questa volta non per colpa di una amministrazione comunale che ha voluto a tutti i costi un dissesto finanziario incostituzionale  ma a causa  di un’opposizione inesistente e del pressapochismo di un presidente del consiglio comunale del PDL, Saro Pergolizzi  che invece di coordinare e guidare una giusta rivolta, non sa dare seguito neanche  all’ordinanza del Cga che permetterebbe ai consiglieri comunali di svolgere il loro ruolo politico ispettivo amministrativo”.

Peppe Marano

A scrivere il duro atto d’accusa è il “paladino dell’ambiente” Peppe Marano, consigliere comunale nella frenetica attesa di essere reintegrato. C’è un piccolo problema: Marano non solo non risulta tra i 9 firmatari del ricorso, ma non ha contribuito nemmeno alle spese legali dopo la vittoria. In sostanza, prima non ha voluto combattere per ottenere giustizia dopo che lo hanno fatto gli altri colleghi ora li contesta per la loro lentezza. “L’atteggiamento di Marano si commenta da solo – replica Saro Pergolizzi – a mio giudizio dimostra una piccolezza umana e politica senza eguali. Ha sempre partecipato assieme ad altri colleghi alle riunioni, ma al momento di mettere la firma e mani al portafogli non c’era mai. Mi domando come fa a prendere queste posizioni pubbliche. E’ senza vergogna”. Fino ad ora i firmatari del ricorso (a cui, ad onor del vero si sono uniti altri consiglieri che non figurano ufficialmente) hanno sostenuto 3 mila euro di spese legali tra ricorsi al Tar e Cga. Marano nella nota stampa ne ha per tutti. Accusa di “pressapochismo” anche gli esponenti dell’Udc  di Milazzo (con Peppino Doddo e Franco Cusumano, scrive), “partito  presente alla regione siciliana con l’assessore agli enti locali Valenti”. “Ogni qualvolta che si recano a Palermo a chiedere dettagli  per il nostro comune , ritornano con la risposta inversa (come dimenticare la sospensione del consiglio comunale prima del pronunciamento del Tar)”, rivela Marano”. Che aggiunge: “E’ da quasi un mese  dall’ordinanza cautelare, una sentenza  immediatamente esecutiva in quanto ultimo grado di giudizio  che noi Verdi Green Italia  sosteniamo che quell’atto  andava sin da subito notificato alla regione Siciliana ed entro 3 giorni bisognava presentarsi al comune anche se il caso accompagnati dalle forze dell’ordine per fare valere i propri diritti. Il presidente del consiglio comunale  con la sua melina e con la sua incapacità politica ha fatto perdere  alla nostra città  i contributi della legge salva comuni, legge che doveva essere votata dal consiglio comunale entro il 30 settembre. Non riusciamo a comprendere come sia possibile che dopo avere avuto la “FORTUNA” di una sentenza favorevole  della Corte Costituzionale che ha annullato il dissesto finanziario per tutti i comuni della Sicilia di fatto dichiarandone la incostituzionalità e l’illeggittimità delle decisioni della Corte dei Conti, dopo la sentenza del CGA n. 707/2013, dopo la sentenza del TAR di Catania che si è uniformato accogliendo il ricorso del comune di Scaletta Zanclea con ordinanza n. 00822/2013 ancora ad oggi il Presidente del consiglio comunale espressione del PDL in collaborazione  dei consiglieri dell’UDC  e del PD  non riesca a rimettere in sella il consiglio comunale che è espressione della sovranità popolare”. Marano ha comunicato di avere diffidato la regione siciliana ed  ha chiesto con carattere di urgenza di essere reintegrato nella carica di consigliere comunale  di Milazzo, previa revoca del decreto di scioglimento.