Vittorio Cannata con la nipote LudovicaCannata (Aido): «Cara nipotina, ti racconto perchè è importante donare gli organi» 23 Aprile 2018 Al Microfono ISTITUTO COMPRENSIVO PRIMO. Mi capita spesso in questo periodo di trovarmi a casa dei miei nonni e sentire parlare di Aido e di donazione di organi. Un argomento serio che ha suscitato la mia curiosità, al quale mi sono appassionata tanto da indurmi a chiedere le finalità e gli obiettivi che si prefigge questa associazione. Naturalmente mi sono rivolta a mio nonno Vittorio Cannata in quanto fondatore e presidente pro tempore del gruppo comunale Aido Milazzo intestato ad Alba Munafò. Ho colto al volo l’occasione per intervistarlo. Ciao nonno, oggi non sono qui solo per stare con voi come mi è solito fare, ho alcune domande da porti sull’Aido. Ciao Ludo, sarò lieto di risponderti. Desidero iniziare l’intervista chiedendoti di spiegare brevemente cos’è l’Aido. L’ Aido è una Onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) che opera su tutto il territorio nazionale ed ha come finalità la promozione della cultura della donazione degli organi, tessuti e cellule. Promuove la conoscenza di stili di vita atti a prevenire l’insorgere di patologie che possono richiedere come terapia il trapianto di organi e provvede alla raccolta di dichiarazioni di volontà favorevole alla donazione post mortem. Adesso parlami del gruppo comunale di Milazzo. Come nasce? Com’è organizzato? Il gruppo comunale di Milazzo nasce nell’aprile del 2016 per iniziativa mia e di alcuni amici, professionisti, che credono e condividono gli obiettivi dell’associazione. Oltre me, che sono presidente, vi sono le figure del vice-presidente, dell’amministratore, del segretario, dei consiglieri, probiviri e revisore dei conti, tutti questi costituiscono il consiglio direttivo del nostro gruppo comunale. Perché è intitolata ad Alba Munafò? Alba Munafò era una milazzese di 19 anni morta in un tragico incidente stradale, la famiglia ha voluto donare i suoi organi per far rivivere altre persone in gravi condizioni di salute. Spesso sono stata presente a vostre manifestazioni, ne avete altre in programma? Il nostro gruppo comunale è composto da 300 soci donatori ma creiamo spesso delle iniziative sul territorio per sensibilizzare le persone sulla cultura della donazione. Ci rivolgiamo, quindi, ai giovani nelle scuole, ai militari, agli sportivi e quanti hanno voglia di condividere le nostre idee. Noi portiamo a tutti il messaggio che donare gli organi è un atto di solidarietà e un gesto di amore verso chi soffre. Ma io nonno, che ho 12 anni, posso essere una donatrice? No Ludo, per donare bisogna aver compiuto 18 anni, tu, sei minorenne e non puoi decidere per te stessa ma devono essere mamma e papà a farlo. E tu, puoi donare? Sì, se i miei organi nonostante l’età saranno riconosciuti idonei per un trapianto potrò donare. Ma chi ha subito un trapianto, può riprendere la sua vita normale? Certo, al 90% la vita riprende, usando la massima cautela e i consigli dei medici. Il lavoro e lo sport diventano elementi favorevoli per una integrazione e inclusione sociale. La novità lieta dopo un trapianto è che si può riprendere o fare un’attività sportiva che aiuterà l’autostima e la determinazione di ognuno per riappropriarsi del proprio corpo. Di recente, mi risulta che avete organizzato un incontro tra la rappresentativa trapiantati e una rappresentativa di studenti degli istituti superiori di Milazzo, chi ha vinto nonno? L’importanza di questa partita non era il risultato ma la partecipazione ad un incontro che voleva dimostrare che le persone trapiantate possono fare sport. Grazie nonno, credo di uscire da questo colloquio consapevole della grande utilità e dell’impegno che tante persone come te impiegano per portare avanti questa importante iniziativa, da parte mia riporterò ai miei coetanei questo messaggio: “Donare è una scelta di civiltà. Decidere di donare i propri organi e tessuti dopo la morte è un gesto di solidarietà che consente di salvare altre vite o rendere migliore l’esistenza di pazienti colpiti da patologie invalidanti”. Sono molto orgogliosa del tuo lavoro e se tu vorrai sarò lieta di aiutarti a promuovere questo tuo progetto. Grazie dell’intervista, sono contento di aver dato il mio umile contributo nella tua crescita personale, ritienimi sempre a tua disposizione e adesso sediamoci a tavola che la nonna ha già preparato la cena! LUDOVICA BERNASCONI II B Media Garibaldi Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 6.325 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT