Esplode la protesta degli operatori  portuali  di Milazzo. E’ stato programmato uno sciopero dal 3 al 5 maggio che coinvolgerà i 500 lavoratori portuali di tutta l’isola. A far scatenare la protesta è stata la decisione del gruppo armatoriale Caronte & Tourist il quale dallo scorso 17 aprile ha iniziato ad effettuare in autoproduzione le operazioni portuali di rizzaggio e derizzaggio  al porto di Milazzo, disdettando di fatto ogni accordo con l’attuale fornitore del servizio, ovvero l’impresa portuale G. Garibaldi S.R.L.

“Una iniziativa non condivisa e una pratica non prevista dalla normativa vigente secondo le segreterie  di Fit Cisl, Uiltrasporti e Filt Cgil , che nel pomeriggio di ieri hanno incontrato il commissario dell’autorità portuale di Messina Antonio De Simone. «Ci sembra di capire che non ci sia alcuna delibera, da parte dell’Autorità portuale riguardo l’espletamento in autoproduzione da parte delle compagnie armatoriali delle attività portuali,  pratiche che riteniamo illegittime sotto ogni aspetto», aggiungono.

«Se così fosse – dichiarano  i segretari provinciali di Filt Cgil – Fit Cisl e Uiltrasporti, Enzo Isgro , Letterio D’Amico e Angelo Cardaciotto – si tratterebbe dell’ennesimo tentativo da parte di Caronte & Tourist di forzare un già delicato quadro normativo e sociale, cercando di ottenere impropriamente maggior profitto mettendo a rischio oggi una decina di posti di lavoro nel porto di Milazzo, problematica che per analogia potrebbe aprirsi in svariate realtà siciliane  . Per questo, di concerto con le segreterie regionali – continuano D’Amico, Cardaciotto e Isgrò – chiediamo agli enti preposti di intervenire fermamente, limitando ogni tentativo di destabilizzare l’equilibrio attuale, bloccando quindi ogni autorizzazione all’autoproduzione rilasciata. La situazione che si è venuta a creare non ci lascia altra scelta – concludono i sindacalisti  – di supportare il fermo di 72 ore previsto dal 3 al 5 maggio prossimi, dei 500 lavoratori portuali dell’isola».