L’associazione antimafie Rita Atria si prepara a presentare alla procura un dossier sulla “zona grigia” di Milazzo. Come si legge in un comunicato stampa, l’associazione presiduta da Santo Laganà, nei prossimi giorni, presenterà al comune di Milazzo una serie di richieste di accesso agli atti in modo che tecnici e legali di Rita Atria possano lavorare ad un «corposo esposto da sottoporre alle Istituzioni competenti». «Riteniamo di non dover di certo presentare curriculum circa la nostra serietà nell’analizzare atti, fatti e persone – si legge nella nota stampa – senza sconti e senza opportunismi».

Lo spunto nasce dal comunicato dell’amministrazione comunale di Milazzo, guidata dal Sindaco Carmelo Pino, in cui esprime solidarietà al presidente Santo Laganà, spingendosi  in una inedita dichiarazione di intenti di lotta contro le mafie. «La dichiarazione dell’amministrazione comunale la prendiamo come una dichiarazione di intenti da confermare e ratificare nell’eventualità dovessero emergere comportamenti politici e amministrativi a danno dei cittadini e quindi della legalità – si legge – Il comunicato presenta aspetti interessanti perché finalmente si parla di un sistema complesso di intrecci tra politica-mafia e massoneria. In questi giorni abbiamo letto, oltre alle lettere anonime indirizzate al nostro presidente, molti commenti sui vari blog (altrettanti anonimi) e abbiamo capito in che direzione andare. Infatti chi si definisce “anonimo” spesso si avvale della convinzione di essere introvabile e non identificabile.  Venti anni fa, quando ci siamo costituiti, ci hanno detto che le associazioni antimafia non si fanno in città come Milazzo perché è palese che la mafia in questi posti non esiste. Negli anni abbiamo ampiamente dimostrato che non è così. Lo abbiamo dimostrato a nostre spese e con prezzi spesso molto alti. Abbiamo vissuto venti anni di solitudine sociale e politica senza indietreggiare di un solo passo… oggi apprendiamo che non siamo soli. Ne prendiamo atto rimandando le verifiche al momento opportuno» conclude l’associazione Rita Atria.