Il corteo contro la realizzazione dell'inceneritore A2a (FOTO OGGI MILAZZO)Il comitato No inceneritore sull’Aia: «L’accordo tra i comuni e la Ram è un bluff» 30 Marzo 2018 Ambiente 6 Commenti IL COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO NO INCENERITORE. Per un giudizio dettagliato sul rilascio della nuova AIA alla RAM bisogna attendere il rilascio del decreto ministeriale. Tuttavia, la conferenza stampa tenuta oggi, 29 marzo 2018, dalle amministrazioni di Milazzo e San Filippo del Mela ci consente qualche preliminare considerazione. Nelle recenti settimane, la Raffineria di Milazzo ha espresso più volte preoccupazione per le prescrizioni sanitarie inviate dai sindaci, sostenendo che fossero ingiustificate. Queste prevedevano un significativo abbattimento degli inquinanti tramite l’applicazione delle migliori tecnologie. Nonostante le riserve della RAM, nella Valle del Mela non si è registrata alcuna guarigione miracolosa e la grave emergenza sanitaria dichiarata da autorevoli e numerosi studi scientifici permane. Abbiamo ragione di temere un colpo di mano abbia cancellato tali prescrizioni, favorendo esclusivamente gli interessi economici dell’industria e a totale discapito del territorio e della salute pubblica? Ci auspichiamo di no, ma non possiamo esserne certi. L’Autorizzazione Integrata Ambientale, quindi anche quella che verrà concessa alla Raffineria di Milazzo, non riguarda la programmazione di studi sanitari, bensì delle condizioni di esercizio dell’industria richiedente. Pertanto, la proposta dei comuni di Milazzo e San Filippo del Mela di effettuare ulteriori indagini epidemiologiche e tossicologiche non può essere considerata prescrizione sanitaria. Questa, invece, dovrebbe prevedere ragionevoli riduzioni dell’impatto ambientale a difesa della salute dei lavoratori e dei cittadini, perché motivate dalle già numerose evidenze scientifiche e ambientali. In altre parole –è il segreto di pulcinella- la situazione sanitaria della Valle del Mela impone limiti più restrittivi alle emissioni di sostanze inquinanti pericolose per la salute, limiti (finora inesistenti) alle puzze che continuano indisturbate ad ammorbare il territorio, obbligo di mettere in sicurezza tutti i serbatoi, specie dopo lo sversamento di poche settimane fa e adeguamenti impiantistici. Tali interventi avrebbero un impatto positivo sull’ambiente, sull’economia ma anche sull’occupazione. A patto che la RAM investa corposamente, cosa che non sembra intenzionata a fare. Spacciare come una grande vittoria la promessa di ulteriori studi (come se quelli già esistenti non fossero già sufficienti e/o validi) senza eliminare le cause dei rischi per la salute, vale a dire senza ridurre l’inquinamento, è una bazzecola tragicomica. Manca ancora la ciliegina finale: tali studi dovrebbero essere finanziati dalla RAM stessa. Supponiamo che lo stipendio dei NAS dei carabinieri lo pagassero i ristoratori piuttosto che lo stato, il rischio di mangiare cibo avariato sarebbe maggiore o minore? Un esempio assurdo che racconta di un conflitto d’interesse macroscopico: quello del controllato che paga il controllore. Ci chiediamo quindi: dove sono finite quelle prescrizioni contro cui la RAM ha presentato ricorso? Non saranno mica state accantonate, nella foga di accordarsi con la RAM? Che dire poi delle decine di migliaia di litri di prodotto petrolifero che la RAM ha sversato nel nostro mare? Avranno preso dei provvedimenti per impermeabilizzare i serbatoi e renderli sicuri? Nella conferenza stampa di stamane Formica e Biancuzzo hanno farfugliato qualcosa al riguardo, che in sintesi si può tradurre con un “non lo sappiamo, dobbiamo aspettare il decreto”: una grande vittoria, davvero. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 4.135 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT