Pinne Nobilis a VaccarellaMoria di Pinne Nobilis nel Golfo di Milazzo, l’allarme dei pescatori 10 Dicembre 2017 Ambiente 11 Commenti Moria di Pinne Nobilis nel mare di Milazzo. Sempre più pescatori di Vaccarella si dicono preoccupati del fenomeno che sta avvenendo nel golfo di Milazzo, precisamente dalla Croce di mare fino al mare della Marina Garibaldi. Le Pinne Nobilis sono molluschi bivalvi conosciuti a Milazzo con il nome di “Aiula pinula”. Anche diversi sub ne testimoniano la moria. L’ipotesi più probabile è quella di un virus che sta debellando questi organismi anche in altre zone. Ma i pescatori temono anche altre concause e chiedono un intervento dell’Arpa per avere conferme scientifiche. «Non vogliamo creare inutili allarmismi, anche perché la morte dei molluschi potrebbe essere causata da un parassita, precisamente dall’aplosporidiosi, che in altre zone ha attaccato anche altri bivalvi, come le cozze e le ostriche – spiegano – ma l’inquinamento non può essere escluso a priori». Loro associano il fenomeno all’inquinamento marino, anche perché quando tirano le reti calate in questo tratto di mare, si presentano oleose e fanno una puzza che assomiglia molto all’odore del gasolio. Rimane una ferita aperta, infatti, lo sversamento di idrocarburi avvenuto un paio di mesi fa, quando tutto il mare del Golfo di Milazzo era invaso da un alone oleoso. Da quel giorno i pescatori di Vaccarella non vedono più il mare limpido nei giorni di calma piatta, in superficie, notano sempre una specie di schiuma marroncina maleodorante e dalla sabbia della spiaggia, mossa dalla risacca, riemergono sempre nafta o altre sostanze derivanti dal petrolio. «In questi mesi – continuano gli operatori di Vaccarella – il nostro pescato è diminuito drasticamente, diverse specie di pesci, come i pesantoni (tombarelli) o le cavagnole, tipici di questi periodi, sono scomparsi letteralmente, per prenderne qualche esemplare, dobbiamo andare a pescare, tempo permettendo, a Ponente». Anche lì però la situazione non è delle migliori: «Se le reti accidentalmente, venissero spinte vicino lo scarico del depuratore, rimarrebbero impantanate nella melma accumulata in questi anni di sottodimensionamento dell’impianto depurativo. Ci auspichiamo che questo nostro appello venga preso seriamente dalle autorità competenti e al più presto si adoperino a stabilire scientificamente la causa della morte». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 5.353 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT