Quando Ryolo faceva politica senza gettone 14 Novembre 2011 Rubriche Secondo Giovanni Matasso, segretario generale del Comune di Milazzo, 100 euro a seduta – questo il gettone di presenza percepito dai nostri consiglieri comunali sulla base di un provvedimento del 2001 che sembrerebbe illegittimo – sarebbero un po’ troppi. Meglio ridurre la cifra a 33 euro, dando così una bella boccata d’ossigeno alle malconce finanze comunali. Non si è fatta attendere la replica del presidente del consiglio comunale Saro Pergolizzi, che dalle colonne dell’ultimo numero del settimanale Centonove dichiara: «ci sono molti consiglieri che se avessero saputo di dover sacrificare il lavoro e la famiglia per 200 euro al mese probabilmente non si sarebbero nemmeno candidati». I tempi cambiano e le parole di Pergolizzi ne sono la prova evidente. Eppure non la pensavano come lui alcuni nostri illustri concittadini. Come l’ing. Giuseppe Ryolo, che nella Milazzo di fine Ottocento era oberato di lavoro per le numerose committenze private che gli garantivano lauti compensi: progettava le ville più belle del Capo e della Piana, da Villa Lucrezia dei Muscianisi, la “Villa degli spiriti”, al villino Bevacqua in contrada S. Marina, eleganti espressioni della sua alta professionalità. Ciò nonostante trovava il tempo per dedicarsi all’impegno politico: era consigliere comunale e provinciale ed anche assessore ai lavori pubblici del Comune di Milazzo. Come se non bastasse il nostro Comune gli affidava, oltre a svariate progettazioni, numerosi incarichi di collaudo, la direzione lavori di diversi cantieri e la direzione tecnica del nuovo camposanto. Eppure Giuseppe Ryolo trovava il tempo per soddisfare tutte le richieste che gli pervenivano dal Comune di Milazzo e lo faceva fin troppo bene: un esempio evidente è rappresentato dal meraviglioso progetto del nostro palazzo municipale, progettato proprio da lui. Ma Giuseppe Ryolo sacrificava lavoro e famiglia per molto meno di 200 euro al mese: lui per il suo Comune, per la sua Milazzo, faceva tutto gratis. Rara avis! E come non ricordare Stefano Zirilli (1812-1884), poderosa figura d’intellettuale milazzese, anch’egli più volte consigliere comunale e provinciale: sacrificò ben 15 anni della sua vita e tanti, tanti suoi denari per la nostra Biblioteca Comunale, che lui stesso fondò e che per nostra vergogna a circa 130 anni dalla sua morte non gli è stata ancora intitolata. Zirilli non chiese mai un centesimo al suo Comune per quell’immane fatica, anzi ci rimise di tasca propria, donando persino alla collettività Milazzese opere librarie rare e di pregio, oltre ad una magnifica collezione di antichissime carte geografiche. Giuseppe Ryolo e Stefano Zirilli non la pensavano come Saro Pergolizzi: «ci sono molti consiglieri che se avessero saputo di dover sacrificare il lavoro e la famiglia per 200 euro al mese probabilmente non si sarebbero nemmeno candidati». MASSIMO TRICAMO Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 1.705 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT