La Fondazione Lucifero si è opposta al bando per la concessione ai privati dei locali del faro di Capo Milazzo. Il consiglio di amministrazione ha nominato un legale per contestare con un ricorso giurisdizionale il bando pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 16 settembre scorso dalla società Difesa servizi spa (società in house del Ministero della Difesa) nell’ambito di una operazione nazionale di dismissione dei beni, in collaborazione con l’Agenzia del demanio.

La Fondazione, infatti, sarebbe interessata ai locali inseriti nel “lotto 9” poiché ricade nei terreni che furono del barone Giovanni Battista Lucifero e comunque confinanti a quelli attuali della fondazione. L’unica strada di accesso, ad esempio, ricade nei terreni della Lucifero. Ma l’Ipab di Capo Milazzo è impossibilitata a partecipare al bando. La procedura, secondo il bando, è consentita solo a enti economici come imprese individuali e società commerciali, società cooperative e consorzi con esclusione, quindi, tra l’altro, di persone fisiche, associazioni e fondazioni. «L’ente in passato ha chiesto in più occasioni la struttura ma alle istanze non ha mai avuto risposta – si legge nelle motivazioni della delibera 35/2016».

Ma da cosa nasce l’interesse per il Faro? Come si legge sempre nell’atto della Lucifero, «l’acquisizione in concessione da parte di un soggetto terzo creerebbe difficoltà e danni per la Fondazione e potrebbe determinare anche il sorgere di futuri contenziosi». Il legale scelto è il messinese Giuseppe Saitta.