Da sinistra Ruotolo, Crescenti, BianchiCercava l’anima gemella, eoliano raggirato da due estortori 12 Gennaio 2016 Nei Dintorni MALFA. Gli avevano promesso di fargli trovare una moglie proveniente dai paesi dell’Est. In realtà ha trovato solo una serie di false promesse, minacce per lui e i suoi familiari e si sarebbe visto sottrarre circa 15 mila euro. I Carabinieri della stazione di Santa Marina Salina agli ordini del Maresciallo Ordinario Gabriele Bianchi insieme ai colleghi della Stazione di Lipari, coordinati nelle indagini dal Sostituto Procuratore Matteo De Micheli e dal Procuratore della Repubblica di Barcellona Emanuele Crescenti, hanno arrestato in flagranza una 50enne di Lipari e il suo marito 54enne tunisino per estorsione in concorso ai danni di un 58enne di Malfa. Si tratta di Maria Baldanza, 50enne residente a Lipari e il suo marito Meftah Ezzine, 54enne tunisino anch’egli residente a Lipari. L’intervento risolutivo dei Carabinieri rappresenta la fine di un lungo incubo per la vittima e per i suoi familiari. La vicenda – secondo il racconto fatto nel corso di una conferenza stampa alla Compagnia dei carabinieri di Milazzo con il capitano Antonio Ruotolo, il procuratore Emanuele Crescenti e il marasciallo Gabriele Bianchi – ha inizio addirittura nel 2011, quando la coppia di presunti estorsori avvicinò con l’inganno la vittima. «Quest’ultimo, all’epoca 53enne, desideroso di trovare a qualunque costo un’anima gemella, si fece raggirare dai due odierni arrestati», si legge in una nota dei carabinieri. «Approfittando dell’ingenuità, della buona fede e della difficoltà sentimentale del momento – continua la nota – i due cominciarono a promettere all’uomo di farsi promotori di un presunto fidanzamento con donne in realtà inesistenti. Tutto questo “interessamento” e questa, in realtà fraudolenta, “intermediazione” ovviamente non erano gratuiti. Sfruttando la sua debolezza emotiva e montando ad arte delle “aspettative amorose” i due cominciarono a farsi consegnare regolarmente somme di denaro contante tra i 50 e 200 euro a pagamento. I due arrestati approfittando della fragile personalità dell’uomo inventavano ogni volta “strategie” diverse per farsi pagare. In alcune circostanze promettevano di consegnare foto di “aspiranti fidanzate”, in altre chiedevano denaro per documenti e spese di viaggio di presunte donne rumene, in altri casi ancora chiedevano dei soldi per “istruzione pratica” per recuperare e restituire all’uomo tutto il denaro versato fino a quel momento». Secondo quanto raccontato dai militari, fu l’inizio di un vero e proprio vortice, all’inizio alimentato dall’ingenua speranza di poter trovare una compagna di vita ma successivamente trasformatosi in una vera e propria estorsione. «I pagamenti, infatti, dapprima legati all’inganno, successivamente cominciarono ad essere pretesi dalla coppia che iniziò a minacciare di morte la vittima e i suoi familiari», accusano i carabinieri. L’uomo, che vive coltivando e vendendo prodotti tipici di salina, stritolato da questo vortice, ha cominciato a coinvolgere i suoi familiari e a raccontare tutto. Superata la paura decideva di denunciare tutta la storia ai Carabinieri della stazione di S.Marina Salina che hanno così potuto ricostruire 5 anni di inganni, minacce, violenze psicologiche e verbali, nonché vere e proprie estorsioni che complessivamente sono costati all’uomo quasi 15mila euro in contanti. Ieri, l’uomo, costretto dalla minaccia dei suoi estorsori al pagamento di un’ennesima tranche, si è portato come di consueto a Lipari e per liberarsi dei due ha pagato la somma in contanti di 50 euro. Gli estorsori non potevano immaginare però che a monitorare il tutto ci fossero i Carabinieri. I militari che assistevano in diretta all’estorsione intervenivano nella flagranza di reato e hanno arrestato i due. Nel corso dell’immediata perquisizione personale i Carabinieri hanno sequestrato la banconota di 50 euro nella disponibilità di Baldanza oggetto della singola estorsione. Gli arrestati su disposizione del Sostituto Procuratore Matteo De Micheli e del Procuratore della Repubblica di Barcellona Dott. Emanuele Crescenti sono stati tradotti rispettivamente il MEFTAH presso la casa circondariale di Messina Gazzi e la BALDANZA presso il carcere di Catania Piazza Lanza. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 3.088 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT