il comune di San Filippo del Mela (ARCHIVIO OGGI MILAZZO)Operai A2a di San Filippo del Mela: «Senza il Css perderemo il nostro lavoro» 24 Ottobre 2015 Ambiente 36 Commenti “I lavoratori diretti e dell’indotto della centrale Edipower di San Filippo del Mela, assieme ai sindacati di categoria di Cgil Cisl Uil, esprimono tutto il loro disappunto per il modo con il quale le Amministrazioni ed i Consigli comunali del territorio hanno inteso snobbare la difficile vertenza, che si trascina da oltre due anni per la difesa del posto di lavoro, derubricandola artatamente al solo problema ambientale”. A sostenerlo una nota dei sindacati che preannunciano “azioni di lotta”. Sul futuro della centrale A2A/Edipower si è aperto un dibattito che potrebbe portare all’indizione di referendum nei comuni del Mela. La società ha presentato un progetto in cui prevede di utilizzare come combustibile il Css, un combustibile derivato dal trattamento dei rifiuti che, di fatto, trasformerebbe la centrale termoelettrica in un termovalorizzatore/inceneritore. I lavoratori, circa 200, temono per il proprio posto. «In due anni nessun politico locale, né regionale o nazionale, ha sentito il dovere, che deriva dal proprio mandato, di ascoltare i lavoratori della centrale e di contribuire ad individuare una soluzione che salvaguardasse il sito produttivo e l’occupazione – sostengono – ma in poco tempo adesso alcuni sindaci ed una parte di ambientalismo, forse quello più politicizzato, sono riusciti a riunirsi per gestire il referendum. Riteniamo la verifica della volontà popolare un grande gesto di democrazia e proprio per questo ci chiediamo perché, al di là di ogni allarmismo espresso in questi giorni, non si sia voluto attendere l’esito della valutazione di impatto ambientale che organi terzi, demandati per legge, sono chiamati ad effettuare e perché ben molto tempo prima, quindi, si sia voluto strumentalmente adoperare questo strumento per certificare l’impegno ambientalista degli amministratori». Senza la riconversione la centrale rischia di chiudere. «Lo ripetiamo la centrale chiude – continua la nota – l’unico rimedio che da soli siamo riusciti a strappare per i prossimi 5 anni è l’ipotesi di una riconversione dell’impianto a polo delle tecnologie rinnovabili dove è previsto pure un termovalorizzatore a combustibile Css per un investimento di oltre 250 milioni. Tutto ciò ampiamente previsto dalla legge e tra l’altro in linea con quanto prescrive la legge finanziaria 2014 e con la drammatica condizione del sistema rifiuti in Sicilia dove per tentare di scongiurare le infrazioni ormai miliardarie della UE sono previsti la costruzione di tali impianti». Anche l’Ars ha votato una mozione dei Cinquestelle in cui si dice contrario alla riconversione che preveda l’utilizzo del Css. «L’unico investimento in Sicilia ad adoperare un combustibile derivato dalla raccolta differenziata dei rifiuti domestici è quello di A2A e non si conosce infatti ad oggi cosa invece si vorrà utilizzare negli altri impianti. Appare perciò strano che l’Assemblea regionale siciliana si sia voluta adoperare a cercare di limitare solo in questa parte dell’Isola dove appunto era già stato individuato l’unico investimento, la costruzione di un tale impianto che una volta messo in discussione potrebbe logicamente beneficiarne un altro territorio». I sindacati avevano chiesto invano l’apertura di un tavolo in prefettura per seguire passo passo, assieme agli amministratori locali, l’iter di A2a. «Non vorremmo che quanto accaduto in queste settimane celi una precisa strategia volta a chiudere il sito produttivo per destinarlo ad altri fini per dirottare l’investimento altrove o comunque per offrire l’alibi ad A2A di ritirare l’impegno». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 3.792 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT