Idrocarburi e detriti a Vaccarella dopo alluvione 2011Petrolio nelle reti? Per la Ram nessun risarcimento ma “solo” 250 mila euro di solidarietà 21 Ottobre 2015 Ambiente 9 Commenti La Ram di Milazzo Guai a chiamare “risarcimento” i 250 mila euro concessi ai pescatori di Vaccarella che nel 2011 – dopo una violenta alluvione – si sono ritrovati il mare pieno di idrocarburi e le reti inutilizzabili: si tratta di semplice disinteressata “solidarietà”. A definire così la concessione economica ai pescatori del borgo marinaro è la Raffineria di Milazzo, ufficialmente uno degli impianti più importanti d’Europa, ultimamente a suo agio nelle vesti di buon samaritano. Solidarietà che, a questo, potrebbe allargare altre maglie, in particolare a coloro che, in un modo o nell’altro, subiscono danni diretti o indiretti dalla presenza dell’industria. «Una grande società industriale, la più importante del territorio può e forse deve compiere atti di solidarietà verso chi si è’ trovato o si trova in difficoltà – spiega convinta una nota diffusa alla stampa dall’Ufficio relazioni esterne – le transazioni con i pescatori o il supporto attivo alla popolazione di Bastione ed ai volontari nel caso del recente alluvione sono solo alcuni tra gli innumerevoli esempi di atti di solidarietà che la raffineria ha fatto e continuerà a fare . D’altronde gli stessi pescatori danno atto del gesto di liberalità compiuto da Ram». Infatti, nell’atto di transazione firmato tra i legali della Ram e l’avvocato Maria Rosaria Cusumano, nominata dall’associazione di pescatori “Nino Salmeri”, la società non si sarebbe accollata nessun tipo di responsabilità sull’evento (all’epoca il golfo di Milazzo diventò una immensa macchia nera di detriti misti a idrocarburi, presumibilmente a causa di sversamenti da qualche impianto industriale) ma così – di fatto – è stato bloccato un esposto-denuncia che se avesse dato vita ad un processo avrebbe potuto portare ad esborsi notevolmente superiori. Peppe Marano A non credere alla “favoletta” della solidarietà è il “solito” Peppe Marano, il politico ambientalista che è stato denunciato dall’azienda petrolifera per le sue battaglie contro l’attività della Ram ritenuta fortemente inquinante. «Il procedimento penale riferito ai fatti del 2011 non si può chiudere perchè non sono solo i pescatori di Vaccarella i soggetti leggittimati a farlo o a chiederlo ma una intera comunità – sostiene il leader del movimento Sicilia Verde – e questo tipo di reati presumo scattino d’ufficio perchè i soggetti coinvolti sono molti. In ogni caso considerato che il sottoscritto e numerosi cittadini di Milazzo e della Valle del Mela siamo i denuncianti di presunti fatti di illecito ambientale inseriti in una max inchiesta, così come evidenziato dalle ricevute in nostro possesso rilasciateci dalla procura di Barcellona, restiamo in attesa dell’ evolversi della situazione e aspettiamo notizie in tal senso». Poi entra nel dettaglio. «A nostro giudizio la Raffineria Eni di Milazzo di fatto ammette le sue responsabilità sul disastroso evento del 2011 con relativi sversamenti di idrocarburi in mare – sostiene Marano – Noi ci chiediamo leggittimamente: i continui danni alla popolazione che subisce un inquinamento pressante da emissioni di gas chi li paga? I cittadini che hanno le abitazioni adiacenti agli impianti e ai serbatoi chi li paga? I danni per l inquinamento delle falde e dei suoli chi li paga? Questo precedente sta a significare che noi avevamo Ragione, chi inquina deve pagare e non sarò io a farlo per allarme sociale», conclude Marano. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 3.775 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT