Sequestro a Santa Lucia del Mela, i Bella ritornano ai domiciliari 29 Agosto 2015 Nei Dintorni SANTA LUCIA DEL MELA. Sono ritornati agli arresti domiciliari Francesco Bella, 54 anni, e il figlio diciottenne Salvatore Junior Bella accusati di sequetsro di persona per una vicenda legata al furto di una moto da cross. Il tribunale del riesame di Messina non solo ha consentito loro di lasciare il carcere di Gazzi dove erano ristretti, ma ha dato una diversa qualificazione giuridica del fatto derublicandolo da “sequestro di persona a scopo di estorsione” a “sequestro semplice”. Rimane in carcere il nipote di Francesco Bella, il macellaio Salvatore Bella, 37 anni. La vicenda, risalente ai primi di agosto, è complessa. I tre erano stati arrestati con l’accusa di sequestro di persona, violenza e lesioni personali nei confronti di due fratelli rumeni accusati, a loro volta, di avere rubato una moto da cross ai Bella. Il gip del tribunale di Barcellona Danilo Maffa, al termine dell’udienza di convalida, ha confermato la richiesta di carcerazione per uno dei tre arrestati con l’accusa di sequestro di persona, minacce e lesioni nei confronti di un rumeno di 24 anni e del fratello minorenne, mentre per gli altri due arrestati, lo zio Quarto Francesco Bella ed il cugino Salvatore Junior Bella di 18 anni, erano stati disposti gli arresti domiciliari, accogliendo in parte la richiesta del collegio difensivo composto dagli avvocati Pinuccio Calabrò, Giuseppe Ciminata, Claudia Mazzagatti e Carmen Zarcone. Successivamente, però, fu sollevato un difetto di giurisdizione e il procedimento fu trasferito a Messina per “competenza funzionale”, dunque la disposizione del giudice ha perso efficacia e – su ordinanza del gip peloritano – sono stati riportati in carcere. I tre indagati continuano a negare il sequestro di persone. Hanno ammesso la volontà di chiedere chiarimenti al rumeno ventiquattrenne, in merito al furto di una moto da cross di proprietà di Salvatore Bella. Secondo quando riferito dai tre arrestati non ci sarebbe stata la coercizione al momento in cui il rumeno ed il fratellino sono saliti sull’auto. Il successivo chiarimento comunque non ha portato al ritrovamento del mezzo rubato, che secondo quanto riferito dagli indagati sarebbe stato nella disponibilità del rumeno. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 3.524 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT