‘’Se a casa si rompe il rubinetto del bagno, chiamate l’idraulico o il giardiniere?”.Questa domanda che feci qulche anno fa ad un deputato che aveva fatto nominare un vigile urbano a capo di un Ato rifiuti, fu l’ultima di un’intervista telefonica che si interruppe bruscamente. L’episodio mi è ritornato alla mente dopo avere saputo che il sindaco Carmelo Pino ha deciso di non riconfermare nel consiglio di amministrazione della fondazione Lucifero l’ambientalista Peppe Falliti. Dopo anni di nomine discutibili, il comune aveva scelto una persona competente che tanto aveva fatto in passato come referente del Wwf a difesa del polmone verde alla Baronia. Falliti è decaduto dopo lo scioglimento del cda a causa di alcune dimissioni per motivi di salute o lavoro. Non si conoscono i nomi dei successori che saranno nominati da Palazzo dell’Aquila, ma al comune fanno sapere che si opterà per la “rotazione” voluto da Pino.

Non capisco che cosa significhi in questo caso “rotazione”, ma ho l’impressione che non verrà scelto nessuno della Legambiente o dell’Adasc, le altre associaizoni ambientaliste locali. Ho chiesto al sindaco se Falliti non avesse onorato la rappresentanza del comune, ma ha avuto solo parole di elogio. E allora? C’è la “rotazione”. Ho visitato con la mia famiglia i terreni della fondazione nel corso della recente “Festa di Primavera”. Sono rimasto colpito dell’organizzazione e dall’amore che viene profuso da chi vi lavora: dalla responsabile degli uffici, Lucia Lombardo, all’associazione no profit “Gigliopoli” di Angela Ollà (con il sostegno del commissario straordinario Leonardo Santoro). Se queste iniziative venissero attuate di continuo cambierebbe la qualità della vita di migliaia di famiglie mamertine con figli. Ma tutto dipende anche da chi da gli imput, cioè dal consiglio di amministrazione. Se il cds, per assurdo, decidesse di fare un porticciolo ai laghetti del Carciofo, o di ampliare le attività commerciali, probabilmente gli uffici potrebbero fare ben poco. Ecco perché quel rompiballe di Falliti potrebbe essere la persona giusta per la Fondazione dove in gioco c’è la riqualificazione delle serre abbandonate.

GIANFRANCO CUSUMANO