Nella scelta del personaggio che in qualche modo ha caratterizzato il 2014 di Milazzo la redazione di Oggi Milazzo non ha avuto dubbi. Dopo Pippo Midili (2012) e Dario Russo (2013), quello appena trascorso è stato l’anno di Peppe Marano, il “green man” mamertino, l’annunciato candidato a sindaco di una lista civica supportata non solo dai Verdi nazionali, ma anche Europei (gli altri ancora evidentemente non hanno deciso o non sono iscritti a facebook). Amato, contestato, deriso: non importa. Lui nel 2014 ha accresciuto la sua popolarità. Se le elezioni si tenessero su Facebook sarebbe stato già eletto primo cittadino. Quotidianamente Maranello (così è soprannominato su Oggi Milazzo in alcuni commenti) emette comunicati stampa catastrofici e lancia moniti sui rischi che corrono i cittadini di Milazzo raccogliendo massicce dosi di “mi piace”: il nuovo asfalto antinquinamento è cancerogeno, i fumi delle industrie idem, le case sono piene di amianto, il mare è pieno di pesci con malformazioni. Una catastrofe, insomma. Per fortuna c’è lui che ha le soluzioni.

peppe marano

Marano lancia i suoi proclami ambientalisti dove il “mostro” ha sempre le sembianze della Raffineria di Milazzo di cui chiede in base al giorno della settimana – e, probabilmente, alle posizioni astrali – la chiusura tout court, la bonifica, la riconversione in raffineria green. L’unico slogan che rimane uguale è anche quello scritto sulle magliette personalizzate: «No Raffinerie – Chi inquina deve pagare». Lo stesso che nel 2014 ha gridato nel tour che lo ha portato nelle città più inquinate della Sicilia, principalmente come “Verde”, ma per una breve parentesi anche come esponente di “Green Italia” (progetto politico naufragato con a capo l’ex onorevole Granata). Tour che ha dato vita a coordinamenti dai nomi multiformi che ha promosso decine di richieste di risarcimento danni nei confronti delle industrie da parte di cittadini. Marano ha consolidato le sue posizioni “integraliste” nel corso dell’ultima legislatura dove ha ricoperto il ruolo di consigliere fino alla decadenza dell’organo consiliare. Posizioni che hanno preso spessore nel corso degli anni complice – probabilmente – una querela per diffamazione presentata dalla Ram in cui lo cita per 400 mila euro. Certo, le sue quotazioni sono lievitate dopo settembre, quando si è verificato un imponente incendio ad un serbatoio della invisa Raffineria che hanno di colpo fatto materializzare le paure di Peppe Marano. Fino a quel momento, veniva trattato come quei predicatori americani delle tv private: qualcuno si ferma a guardarli durante lo zapping ma pochi capiscono cosa dicono. Marano nel 2014 è stato il politico che ha visto crescere la sua visibilità in modo esponenziale. Tutti conoscono Marano. E spesso simpatizzano per lui. Grazie alle foto che condivide sulla sua bacheca, su quelle di un centinaio di “fortunati” amici e una moltitudine di gruppi popolati per lo più dagli stessi animatori. Marano non ha segreti. Grazie ad un debole per i selfie conosciamo tutto del paladino dei verdi dall’olfatto sopraffino (quotidianamente lancia strali contro le emissioni odororigini che gli impediscono di uscire di casa, spesso per recarsi al lavoro). Come Ken, il fidanzato di Barbie, si possono scegliere i vari modelli: Marano sportivo (è giocatore di tennis amatoriale), Marano comiziante ( di solito la fotocamera evita di riprendere il pubblico presente); Marano Fonzie (col pollice alzato). Nel 2014 sono sorti o hanno preso consistenza vari gruppi a lui dedicati: da “Sosteniamo Giuseppe Marano citato dalla Raffineria” a “Quelli che vogliono Giuseppe Marano nuovo sindaco”. La sua campagna elettorale è già cult. Sui social ogni giorno tira fuori un pezzo di programma. Si parla di fab lab, open souce, stampanti 3D. Non sembra nemmeno Milazzo. Anche perché – aggiungono i maligni – sembrano pezzi tratti da internet riguardanti altre realtà che spesso mal si sposano anche con il nostro territorio. Marano, però, va dritto anche per il 2015 anche a colpi di manifesti e grafici. Tutti colorati e con slogan che rompono con i soliti e triti delle campagne elettorali. La sua mascotte è un gigante verde. Certo, ricorda quello dei piselli Valverde ma si sposa a pennello con il suo programma. D’altronde il suo sogno è trasformare la Valle del Mela, nella “Valle degli orti” (ricordate la pubblicità anni 80?). Ci riuscira? Buon 2015