Arcigay scrive al sindaco: «Milazzo è città omofoba» 30 Gennaio 2012 Cronaca Che fine ha fato il registro delle unioni civili? A scrivere al sindaco Carmelo Pino è l’Arcigay di Messina. Dopo la bocciatura da parte del consiglio comunale del registro proposto dall’assessore ai Servizi Sociali, Massimo D’Amore, l’amministrazione aveva manifestato l’intenzione di riproporre l’atto, ma a distanza di mesi l’argomento è caduto nel dimenticatoio. «Trovo assai azzardato che una città che vive nella speranza di divenire città turistica, mostri all’esterno di essere rappresentata da un consesso che in buona parte si è dimostrato razzista, omofoba e illiberale – scrive Rosario Duca, presidente dell’arcigay Makwan Messina – Non tocca a chi scrive far notare che le statistiche vogliono che l’8% della popolazione nazionale sia Lgbt (lesbica, gay, bisez, transessuale), voglio andare fortemente al ribasso dando a Milazzo un 3% (molto al ribasso) rispetto alle conoscenze e statistiche in possesso. Quindi se un’amministrazione deve operare in nome e per conto di tutta la cittadinanza, e non solo di una parte, i conti non tornano, ritenuto che a pagare le tasse sono nche quel 3% della popolazione milazzese che con la bocciatura in consiglio ha subito un atto di forte discriminazione, oltre l’aver dato all’opinione pubblica locale, viciniora, e nazionale attraverso la stampa l’immagine di una città poco sicura per chi viene considerato un diverso». Rosario Duca Duca non dimentica neanche le coppie di conviventi etero che «non volendo passare per l’istituzione del matrimonio, speravano in un riconoscimento come coppia di fatto» in modo da poter accedere a quei diritti «che fanno parte della democrazia e civiltà di un popolo libero». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 1.900 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT