LA LETTERA. Vi scrivo per raccontare un fatto molto grave successo ieri all’ospedale di Milazzo. Nel tardo pomeriggio sono andata al Pronto Soccorso perchè mia figlia minorenne aveva forse e dico forse (spero non sia altro) una colica renale in corso.

All’accettazione l’infermiera prende i suoi dati, dico che mia figlia ha questo dolore fortissimo e riferisco che da piccola ha avuto la leucemia confessando di essere molto preoccupata. La risposta che ricevo è: «anche io ho la leucemia e sono qui a lavorare». Mi sento offesa e derisa ma accetto in silenzio il codice giallo.

Passano le ore e mia figlia, accartocciata sulla sedia di ferro, comincia a piangere dal dolore così, con la gentilezza che mi contraddistingue, mi avvicino al triage c’era solo l’addetto alla sicurezza (un ragazzino che poteva avere massimo 24 anni) e chiedo: «posso avere una sedia per mia figlia che sta male?” E badate bene che ho detto “posso”.

Il ragazzo risponde: «signora, che faccio? Butto fuori dalle sedie i pazienti??»

Premesso il fatto che il suo compito è quello di vigilare solo su ipotetiche risse, “incazzata nera” (scusate l’espressione ma così rende meglio), ma sempre con garbo, faccio notare che ho usato il verbo “Posso” e non “Devo”

Di fronte a questa mia precisazione lui prende una sedia a rotelle e la lancia ai miei piedi… Una scena che fa adirare anche i parenti degli altri pazienti presenti al Pronto Soccorso che prendono subito le mie difese. Assistendo a questa scena, infatti, sono tutti corsi in mio aiuto e hanno cominciato ad insultarlo tutti insieme.

Sistemo mia figlia ancora più sofferente sulla sedia e aspetto… aspetto… aspetto. Alle due di notte mi avvicino nuovamente al triage e faccio presente all’infermiera che pur aspettando il mio turno dovevano nel frattempo dare qualcosa per il dolore a mia figlia che stava sempre più male.

Il ragazzo vigilante sapete che fa? Mi chiude lo sportello in faccia mentre stavo parlando con l’infermiera.

Incazzatissima” (scusate l’espressione ma così rende meglio) , busso e busso finché mi riaprono

Basta, per farla breve, mi sono portata mia figlia a casa e ho dato io un antidolorifico in attesa di una visita da fare oggi.

Chiedevo continuamente di darle qualcosa ma non solo l’hanno fatta penare ma io sono stata trattata a pesci in faccia da un ragazzino che comunque continuava a provocarmi.
Vi chiedo: «vi sembra giusto tutto questo?»

LETTERA FIRMATA

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Jenny
2 mesi fa

C’ero anch’io, in attesa per un prelievo da 6 ore, stavo male anch’io. Sono stata la prima ad essere partita in difesa della signora. Tutto vero.

uomodellastrada
uomodellastrada
2 mesi fa

continuando di questo passo tutto l’ ospedale di Milazzo è destinato alla chiusura, funziona poco e soprattutto funziona male, i pochi reparti rimasti verranno trasferiti a Barcellona dove la struttura è enorme con tanti padiglioni vuoti. Sarebbe la sede ideale per la Polizia

Ciccio
Ciccio
2 mesi fa

C’è poco da commentare,li bisognava aggirre diversamente lasciandolo sul posto

Lara
Lara
2 mesi fa

Una bella lettera al direttore sanitario, al primario del PS perché no!, anche una bella denuncia al tribunale del malato!
Doveva prendere sua figlia e cambiare ospedale! Auguri per tutto!

Tutti milazzesi DOP
Tutti milazzesi DOP
2 mesi fa

Signora lei oggi porta sua figlia a fare una visita, ovvio che non la porta in ospedale ma a pagamento. Ha capito che la sanità pubblica è in disarmo. Da anni certi partiti ci hanno spinto a rivolgerci a quella privata, Ma quanti cittadini, di quelli che si lamentano oggi hanno continuato a votarli?