BUSSOLA FISCALE. Legge di Bilancio entusiasmo per Ires ridotta ma tagli al credito 4.0 29 Dicembre 2024 Cronaca Al momento in cui scrivo è imminente il via libera del Senato al testo della manovra, che tra le disposizioni più interessanti prevedeun’aliquota IRES agevolata al 20% per il solo periodo d’imposta 2025 per le imprese che accantonano gli utili e investono in innovazione e risparmio energetico, aumentando anche l’occupazione. In dettaglio l’aliquota agevolata è riconosciuta a fronte di:• accantonamento ad apposita riserva di una quota minima pari all’80% degli utili dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024;• destinazione di una quota pari ad almeno il 30% degli utili accantonati e, comunque, non inferiore al24% degli utili dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2023 e di ammontare non inferiore, in ogni caso, a 20.000 euro), all’acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato che rientrano tra quelli previstidalle misure Transizione 4.0 e Transizione 5.0, ossia funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale e al risparmio energetico.Inoltre la norma richiede che nel periodo d’imposta interessato all’agevolazione:• il numero di unità lavorative per anno non sia diminuito rispetto alla media del triennio precedente;•siano effettuate nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato in misura tale da garantire un incremento occupazionale di almeno l’1% e, comunque, in misura non inferiore a una nuova assunzione;• l’impresa non abbia fatto ricorso alla CIG nell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024 o in quello successivo, ad eccezione del caso in cui l’integrazione salariale ordinaria sia stata corrisposta in presenza di situazioni aziendali dovute a eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, incluse le intemperie stagionali.Continuando la disamina sul testo della manovra troviamo però un’amara sorpresa:Per l’anno 2025, le agevolazioni per gli investimenti industria 4.0 potranno essere riconosciute nel limite di risorse complessivepari a 2,2 miliardi di euro. Da qui, per evitare il taglio, la corsa (all’Italiana) che le imprese sono chiamate a fare per concludere gli ordini e versare anticipi entro l’anno ossia entro la data di pubblicazione della Legge di Bilancio, in modo da poter rientrare nel serbatoio di fondi disponibili senza alcun tetto per l’anno 2024. Ulteriore notizia negativa per le imprese è lo stop all’agevolazione per i software ossia per i beni immateriali di cuiallegato B della Legge n. 232/2016 per i quali spettano le agevolazioni 4.0.L’incentivo, già ridotto nelle aliquote nel corso degli anni, era fissato al 10% per il 2025. SANTI GRILLO, commercialista Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 794 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT