L’isola di Salina si trova da anni a dover fronteggiare una grave proliferazione del coniglio selvatico, un problema che sta compromettendo seriamente le attività agricole dell’isola. In particolare, le coltivazioni vinicole, tra cui le rinomate uve malvasia, vanto del territorio eoliano, subiscono danni ingenti a causa della mancanza di un efficace controllo della fauna selvatica. Gli agricoltori locali, nonostante le numerose richieste di intervento, continuano a subire le conseguenze di un’inazione che mette a rischio la loro stessa sopravvivenza economica.

Le vigne sono costantemente minacciate dalla distruzione provocata dai conigli selvatici, una specie che si è moltiplicata in assenza di misure di contenimento. La situazione è ulteriormente aggravata dal divieto di caccia imposto dal Piano Regionale Faunistico Venatorio, che, sebbene artatamente motivato dalla necessità di proteggere alcune specie, non tiene conto dell’impatto devastante che la proliferazione incontrollata di altre, come il coniglio, sta avendo sul territorio.

La caccia al coniglio, storicamente praticata sull’isola di Salina, ha rappresentato in passato non solo un mezzo di sussistenza per gli abitanti, ma anche un’importante attività legata alla cultura e alla tradizione locale. Rappresentava un elemento di equilibrio nella gestione della fauna selvatica, garantendo un controllo naturale della popolazione di conigli. Il divieto totale imposto negli ultimi anni ha causato la perdita di questo importante strumento di gestione, contribuendo all’attuale emergenza.

“Gli agricoltori stanno assistendo alla distruzione del loro lavoro, mentre una storica tradizione come la caccia, che ha sempre contribuito a preservare l’equilibrio ambientale, è stata ingiustamente soppressa” afferma il sindaco di Malfa Clara Rametta. “La reintroduzione della caccia al coniglio sull’isola non è solo una misura necessaria per proteggere le colture, ma anche un modo per recuperare un’antica pratica che fa parte della nostra identità.”

Le Amministrazioni di Salina, gravemente inascoltate dalla Regione, chiedono da anni che il Piano Regionale Faunistico Venatorio venga rivisto e che sia autorizzata la caccia selettiva al coniglio sull’isola di Salina. Si tratta di una misura essenziale non solo per limitare i danni alle colture, ma anche per ristabilire un equilibrio tra tutela ambientale e necessità economiche. Inoltre, il ripristino della caccia al coniglio rappresenterebbe un ritorno a una tradizione storica che, per generazioni, ha aiutato gli abitanti dell’isola a gestire la fauna selvatica in modo sostenibile. Il Comune di Malfa non è disposto a subire più ritardi e dilazioni: si deve intervenire immediatamente, da quest’anno, con un provvedimento derogatorio su misura.

“Non possiamo permettere che l’equilibrio ecologico e culturale di Salina venga distrutto da una cattiva gestione della fauna e nel silenzio dell’Amministrazione Regionale Siciliana, Salina ha una storia profondamente legata alla natura e alla gestione attiva delle sue risorse. La caccia, praticata nel rispetto dell’ambiente, è sempre stata un elemento di questa tradizione, una pratica tramandata di generazione in generazione. Oggi, più che mai, è necessario recuperare questa parte della nostra identità per fronteggiare una minaccia che sta danneggiando l’isola”

Il sindaco Rametta, infine, denuncia la miopia di alcune associazioni ambientaliste “Nonostante l’evidenza del problema, alcune associazioni ambientaliste continuano ad opporsi con ostinazione all’introduzione della caccia al coniglio, dimostrando una totale incapacità di comprensione delle reali esigenze del territorio. Salina, a seguito di anni di impegno profuso solo dalle Amministrazioni e dai cittadini, è uno dei territori più all’avanguardia nelle politiche di tutela ambientale e sviluppo sostenibile. Questi gruppi, spesso lontani dalla realtà quotidiana dell’isola, non hanno nulla da insegnare agli isolani, che per generazioni hanno custodito e protetto il loro patrimonio naturale con cura e rispetto”.