Prende il nome di “Più Impresa” la misura indirizzata a giovani e donne che decidono di intraprendere la conduzione di un’azienda agricola. La normativa è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 86 del 12 agosto, e rende noti i requisiti per fare domanda, il cui iter consiste in due distinte fasi:

-un periodo di pre-convalida, già avviato, che termina il 30 settembre alle 12

– un periodo di convalida, che inizia il 5 settembre e finisce il 30 settembre alle 18.

I soggetti beneficiari sono le micro, piccole e medie imprese, in qualsiasi forma, che subentrino nella conduzione di un’azienda agricola, e che presentino progetti per lo sviluppo o il consolidamento dell’azienda oggetto del subentro. Le imprese devono essere formate da non più di sei mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione. Devono essere amministrate e condotte da persone di età compresa tra i 18 e i 41 anni non compiuti al momento della richiesta o da una donna in possesso della qualifica di imprenditrice agricola professionale o di coltivatrice diretta.

Per la realizzazione del progetto sono ammissibili le voci di spesa relative allo studio di fattibilità – comprensivo dell’analisi di mercato – le opere agronomiche e di miglioramento fondiario, le opere edilizie per la costruzione e il miglioramento di beni immobili, gli oneri per il rilascio della concessione edilizia. Sono autorizzati anche i costi per l’acquisto di macchinari ed attrezzature nuovi di fabbrica (compresi impianti e allacciamenti) servizi di progettazione, quali onorari di architetti, ingegneri e consulenti, beni pluriennali, come costi di acquisto e di sviluppo, o diritti d’uso di programmi informatici, cloud e soluzioni simili, acquisizione di brevetti, licenze, diritti d’autore e marchi commerciali. Ammesso anche l’acquisto di piante pluriennali.

La misura prevede mutui agevolati a tasso zero della durata massima di 15 anni, comprensiva del periodo di preammortamento, e di importo non superiore al 60% della spesa ammissibile, in parallelo con un contributo a fondo perduto fino al 35% della spesa ammissibile. Il piano di investimenti previsto non potrà eccedere gli 1,5 milioni di euro.

SANTI GRILLO, commercialista