《Alessandro non è morto. È risorto. La presenza di tanti amici è la dimostrazione di quello che Alessandro ha seminato. Ha lasciato in questa città amore e amicizia. Tutto quello che lui ha dato si vede oggi. Centinaia di persone pronte a salutarlo per l’ultima volta. La sua missione continua in cielo. Non potremo più toccarlo, abbracciarlo ma da lassù lui ci sarà per tutti》. Poche parole quelle di padre Stefano Scalzo. Poche parole che arrivano dritte al centro del cuore delle centinaia di persone raccolte nel Duomo di Milazzo per porgere ultimo saluto ad Alessandro Scalzo, il ventiseienne milazzese morto venerdì scorso in un incidente stradale. Il suo cuore ha smesso di battere poco più di ottanta metri prima di casa. Un giro di palazzo. Alessandro o Alitto o Spisidda come veniva chiamato dagli amici, 3° Ufficiale di coperta della Caronte & Tourist, stava rientrando dopo una serata trascorsa in un noto lido della riviera di Ponente. Erano le 3.30 quando ha perso il controllo della sua moto Benelli Trx 500. Il suo corpo è sbalzato contro un palo dell’illuminazione, la sua moto ha concluso il suo ultimo giro sola pochi metri più avanti.

Una morte che ha buttato un’intera città in un silenzio assordante. La stessa sera è stata annullata la notte bianca in programma da settimana e molti locali sono rimasti chiusi o senza musica in segno di rispetto.

La dinamica dell’incidente è al centro di un’inchiesta. Dopo l’autopsia disposta dalla Procura di Barcellona, il sequestro del mezzo e l’avvio dell’acquisizione delle immagini di tutte le telecamere della zona in questo momento non risultato nessun indagato.

Il mistero dell’incidente, Alessandro era sempre molto attento alla guida, pare ruotare intorno ad un episodio raccontato da alcuni testimoni. Pare, infatti, che Alessandro dopo essere uscito dal locale dove aveva trascorso la serata all’altezza dello Stadio Salmeri, avrebbe percorso un tratto di strada in controsenso. Dove è stato notato da una volante della Polizia. Saranno le registrazioni delle telecamere della videosorveglianza a definire l’esatta dinamica ma in un primo momento si è detto che la volante lo avrebbe cercato o seguito per contestare l’infrazione. Invece lo hanno trovato già morto poco prima del semaforo di San Giovanni.

Alessandro era un tifoso della squadra del Milazzo. Uno dei storici componenti del gruppo ultras “Giovani Vecchie Maniere”. Una passione per il calcio che aveva ereditato dal padre Eugenio, storico fioraio di Milazzo, scomparso a causa del Covid nel 2021. Loro che hanno fatto sentire tutto il loro calore e affetto durante la mattinata al Porto di Milazzo dove la bara è stata benedetta all’interno della nave Laurana dove Alessandra lavora.

Ma i loro cori hanno accompagnato l’uscita della chiesa e ancora di più l’ultimo saluto al suo amato stadio “Marco Salmeri” dove ha passato tutta la sua vita per tifare la sua squadra del cuore《Alessandro – ha aggiunto padre Scalzo – era il più piccolo dei miei cugini – alla madre che mi chiede il perché gli sia stato strappato Io non so rispondere. Qualsiasi cosa io possa dire risulterà comunque insignificante. Io però credo che se Alessandro potesse ancora parlare direbbe che la vita vale la pena essere vissuta con amore e amicizia》.

E lui Alessandro era l’amico di tutti. Il suo sorriso ha riscaldato il percorso di molti degli amici oggi pronti a gridare il suo nome sotto la bandiera rosso blu che lui tanto amava. 《Alitto – hanno gridato davanti la chiesa – non è andato via. È solo in trasferta》Buon Vento, Alessandro