La sua vera vittoria è “non aver mai pensato di dover vincere”. Lo dice subito Antonio Trio, campione italiano di salto in lungo. Lui che ad ogni rincorsa, dall’asse di battuta, prima del suo corpo, fa saltare il suo cuore. Che ogni volta atterra il più lontano possibile. Quello che ti spiazza di Antonio, milazzese classe 1993, è proprio questo. Questa sua passione semplice. Sempre sorridente, determinato, simpatico. Ti contagia subito.

Che Antonio, in quello che fa, ci mette sempre il cuore, si capisce appena lo conosci. Se poi c’è di mezzo anche la sua Milazzo, dove di recente è tornato a vivere e a lavorare nell’impresa edile del papà, ancora di più. Volete un esempio? La “Giornata di Educazione allo Sport” organizzata per il 6 ottobre in Marina Garibaldi dal “Movimento Sportivi Milazzesi”. Antonio Trio, testimonial dell’evento ha acquistato il manto erboso che verrà collocato nell’area dell’atletica. «Da settimane – racconta – cercavo aziende che potessero fornirlo. Nonostante le mie conoscenze non sono riuscito a trovare nessuno. Così ho deciso di compralo io. E regalare a Milazzo un momento unico di sport».

La storia di Antonio è lunga da raccontare. Come i suoi salti. Oltre ad aver vinto un titolo italiano assoluto a livello senior, si è classificato due volte tra i primi 60 della classifica mondiale, nel 2018 al 37° posto con 7,88 metri e nel 2019 al 35° con 7,87. Tredici anni di carriera fatta di sacrifici, allenamenti estenuanti, tante gioie e quel pizzico di sfortuna che in fondo, però, ha reso la sua vita ancora più interessante. Una storia che ha due protagonisti. Non solo Antonio ma anche la sua mamma.

Cresciuto nella frazione milazzese di Santo Pietro è sempre stato uno sportivo: pallavolo con Pippo Maio, ciclismo, karate, calcio nella squadra del Sacro Cuore, Badminton a scuola. L’atletica è di famiglia: il papà Diego ha praticato prove multiple, lo zio Saverio Iarrera è un ex mezzofondista. Ma la mamma, la sua mamma, è sempre stata quella che lo ha catapultato nel mondo dello sport. Motivandolo a non fermarsi mai. «Io faccio parte dell’ultima generazione cresciuta senza cellulari, senza videogiochi – racconta Antonio – il nostro divertimento era la strada e lo sport. Quello che molto spesso manca adesso ai giovani. A mia mamma io devo tutto, soprattutto la determinazione»

Antonio comincia a fare sul serio presto, nel 2011, ad appena diciotto anni, conquista il primo titolo italiano. L’oro nel salto in lungo (7.23) e l’argento nel Triplo (15.01). Era studente dell’Istituto Majorana, l’indirizzo che aveva scelto era Meccanica ma quello che di fatto faceva con più interesse dentro la sua scuola ero lo sport seguito dal professore Pippo Geraci. Nell’Atletica Villafranca, dove era tesserato, era allenato da Franco Ripa.

Da questa vittoria, per il lunghista milazzese, è un crescendo continuo. Un raduno a Siracusa che mette in mostra il suo talento e nell’autunno del 2013 il trasferimento a Palermo per allenarsi con Michele Basile e Cristian La Grassa. «Lasciare Milazzo – racconta – non è stato bello. Sono andato via un anno dopo il diploma e dopo essermi allenato per due anni, tutti i giorni, a Villafranca. Un via vai continuo che mi stremava. A Palermo sono stato accolto dai due allenatori e cresciuto come un figlio».

Da bambino Antonio ripeteva sempre che da grande voleva: “guadagnare con lo sport”. Così l’iscrizione alla facoltà di scienze motorie a Messina. Per Antonio cominciano gli anni dello studio, degli allenamenti e del lavoro. «Per mantenermi fuori Milazzo – confessa – e non gravare sui miei genitori lavoravo. Dal cameriere al fattorino all’operaio. Tutti i giorni. Come gli allenamenti». Il suo talento nel capoluogo siciliano viene sempre più apprezzato. Così arrivano le due partecipazioni agli Europei U23. Ed è da qui che l’atleta milazzese comincia un percorso più strutturato. Allenamenti più intensi che lo obbligano a lasciare gli studi universitari. Un sogno che mette nel cassetto.

Sono tredici anni di storia che Antonio traccia lentamente. Come a voler riassaporare tutte le tappe della sua carriera. Guarda in continuazione il cellulare, cerca date, metri, foto. E’ tutto archiviato nella sua testa, nel suo telefonino. E nel suo cuore. Quinto di sei figli, papà proprietario di un’impresa edile la mamma capo sala del blocco operatorio dell’ospedale di Milazzo, se ad Antonio chiedi cosa fa subito dopo una gara, lui risponde «chiamo la mia mamma Domenica. Fin dall’inizio è sempre stata la prima cosa che faccio. Ed ogni volta lei invece di chiedermi se ho vinto, mi domanda “ti sei divertito?”»

Ecco perché la sua vera vittoria è “non aver mai pensato di dover vincere”. Ed ecco perché la sua storia ha due protagonisti. Antonio e la sua mamma che lui spesso definisce il suo angelo custode. «Ci sono stati mesi in cui mia madre ha avuto dei problemi di salute. Sono stati i giorni in cui io mi sono sentito ancora più motivato a non abbandonare la mia carriera nonostante i momenti di difficoltà»

Tanti negli anni le vittorie e gli obiettivi di Antonio. Uno dei più importanti è stato gli Europei di atletica in Polonia nel 2021. «Ero il decimo in Europa, ma con tanta gente che saltava più lontano di me  e volevo saltare lontano anch’io». Nel 2020 Antonio era tra i primi venti saltatori in Europa ed è l’anno in cui sfiora gli otto metri con un salto di 7.93 al Campionato Italiano Indoor. Insomma un medagliere di tutto rispetto: due Indoor 2018-2021, Europei Indoor: 2021, Europei U23: 2013 (19Q/triplo), 2015 (20Q/triplo). Ma anche tanti infortuni che spesso lo hanno bloccato qualche settimana prima di una gara importante come nel caso dell’Olimpiadi di Tokio nel 2021.

Antonio si allena anche al Centro di Preparazione Sportiva della Guardia di Finanza gareggia con il sogno di poter anche arruolarsi. Obiettivo che non raggiunge. Ritorna così la voglia del sogno della laurea da uscire dal cassetto. Antonio si riscrive all’università e nel 2022 consegue la triennale. Nel 2023 la magistrale. C’è quel “guadagnare con lo sportche gli gira sempre in testa. Sceglie così la strada dell’insegnamento. Scelta che lo riporta a Milazzo fermando temporaneamente la sua carriera. «Adoro lavorare con i ragazzi – confessa – a loro vorrei trasmettere l’amore che io ho per lo sport. Per questo in questo momento sto tentando questa strada».

Una storia lunga quella di Antonio. Lunga come i suoi infiniti salti. Che non si sono ancora fermati.

Articolo di Rossana Franzone