Dopo le polemiche in Aula sul nuovo piano tariffario e automaticamente sui costi che dovranno pagare i cittadini per il servizio di smaltimento dei rifiuti, l’assessore alle Finanze e Tributi, Roberto Mellina ha voluto chiarire la situazione fornendo, con degli esempi concreti, come cambierà la bolletta della Tari nell’anno 2024.
«Basta leggere le carte per rendersi conto che l’aumento urlato dalla minoranza sarà dell’8 per cento rispetto al 2023 e ciò grazie proprio alla “differenziata” – afferma l’esponente della giunta Midili – visto che i costi sono passati da 260 euro a 360 euro a tonnellata. Se si considera che Milazzo smaltisce 5.400 tonnellate all’anno, il calcolo è semplice. Ma la chiarezza viene fuori proprio dall’analisi delle bollette»


«Ad esempio una famiglia di tre persone ha pagato di Tari 513 euro nel 2020, 394 nel 2021, 330 nel 2022 e nel 2023. La bolletta del 2024 sarà di 358 euro, dunque leggermente superiore a quella dell’ultimo biennio, ma decisamente inferiore rispetto al passato. E ciò nonostante l’aumento dei costi del carburante e del trasporto.
Se consideriamo un nucleo di due persone avremo 333 euro nel 2020, 277 euro nel 2021, 239 euro nel 2022 e 2023 e infine quest’anno una bolletta di circa 256 euro, ovvero 20 euro in più. Altro che salasso come strumentalmente evidenziato dalla minoranza»
L’assessore riporta anche l’esempio del singolo utente evidenziando che nel 2020 ha pagato di Tari 254 euro, nel 2021, 170 euro, nel 2022, 131 euro, nel 2023 124 euro e adesso dovrà pagare 137 euro.
“Bastano questi raffronti – conclude Mellina – per capire la diminuzione del costo rispetto al 2020, altra gestione amministrativa, nonostante, lo ribadisco, gli aumenti”.  

IL PIANO DEL SERVIZIO RIFIUTI E LE TARIFFE TARI. Il consiglio comunale con tredici voti favorevoli dei consiglieri di maggioranza (Antonino Amato, Santi Saraò, Antonino Italiano, Alessia Pellegrino, Alisia Sottile, Danilo Ficarra,  Fabiana Bambaci, Lydia Russo, Giuseppe Doddo, Francesco Rizzo, Rosario Piraino, Santina Sgrò e Mario Sindoni), 1 astenuto (Massimo Bagli) e 4 contrari (Lorenzo Italiano, Giuseppe Crisafuli, Damiano Maisano ed Alessio Andaloro) ha approvato il “Piano Economico Finanziario (PEF) del servizio di gestione dei rifiuti urbani per  il periodo 2022-2025. Aggiornamento biennio 2024-2025 redatto ai sensi del metodo tariffario rifiuti (MTR-2) di ARERA, come integrato dalla deliberazione 03.08.2023 n.389/2023/R/RIF”.

E, prelevato su proposta di Piraino, uscito dall’aula Bagli, con successiva votazione, i presenti, con 13 voti favorevoli della maggioranza e 4 contrari dell’opposizione, hanno approvato anche le tariffe per l’applicazione della tassa sui rifiuti (Tari) anno 2024. Con gli stessi voti delle approvazioni, i due provvedimenti sono stati dichiarati immediatamente esecutivi.

Intenso ed articolato è stato comunque il dibattito sul PEF, anche sulla scorta dei chiarimenti dati dall’ingegnere Fabio Marino sull’iter procedurale e sulla gestione del servizio, soffermandosi in particolare sul progressivo e costante incremento della raccolta differenziata che dal 37% è giunta adesso al 72%, sui costi per in conferimento in discarica dei rifiuti, sul contenimento per l’espletamento del servizio pure per l’attività svolta dal CCR. Riferito di introiti con convenzioni, il tecnico del Comune ha fatto cenno alla gara andata deserta per la indifferenziata, ed ha concluso riportando infine gli importi per il PEF, strumento non di programmazione finanziaria, quantificato per il 2024 in € 8.476.000 e per il 2025 in € 8.670.000.

Quindi, l’intervento di Lorenzo Italiano, con la presentazione di una nota riferita alla bollettazione per il 2025 e ai maggiori costi che negli anni si sono verificati all’interno delle varie bollettazioni, che l’hanno portato per questo a parlare di un andamento a fisarmonica contabile tra gli anni pari e dispari, guardando gli importi dal 2018 al 2025 e ponendo in evidenza come nel PEF 2024 di € 8.476.000 ci sia un aumento di circa 700 mila euro, rispetto al 2023 che era di € 7.785.283.

Illustrando il Piano Economico Finanziario, il sindaco Pippo Midili ha messo in evidenza come il costo dei rifiuti, durante la sua gestione, sia diminuito del 32%, pur assicurando ai cittadini un servizio globale che prima non c’era, e se c’era – ha detto- non si svolgeva a dovere. Quindi ha invitato a porre la necessaria attenzione politica sulla differenza esistente tra il Piano Economico Finanziario e quello tariffario, e, riagganciandosi al PEF del 2019, ha fatto presente di errori, e che non era quindi di € 7.325.259, per cui i Piani successivi hanno dovuto ripianare la situazione, e anche    si è posta la necessità di risolvere la problematica finanziaria per la mancata emissione di bollette per un paio di anni, per cui il sindaco ha ricordato che il PEF conseguentemente al suo interno sconta anche un fondo crediti di dubbia esigibilità di oltre 380.000 euro. In replica alle argomentazioni del sindaco, il consigliere Damiano Maisano portava riferimenti alla gestione che lo riguardava quand’era assessore, in  una Amministrazione che operava in dissesto e nel periodo del Covid, per giustificare l’aumento del PEF e con una differenziata al 37%. Però oggi, aggiungeva, con la differenziata al 72% c’è il previsto aumento dell’8%, che l’assessore Roberto Mellina giustificava in un  intervento con l’aumento del costo della benzina e l’incidenza per il trasferimento in discarica dei rifiuti.
Sulla Tari interventi di Andaloro che chiedeva se ci fossero variazioni nella tariffazione, con la risposta di Mellina che il quesito era oggetto del regolamento che prossimamente arriverà in aula, mentre forniva un chiarimento a Lorenzo Italiano sull’aumento per la attività produttive nel 2024, che rientrava –come ha detto- nell’annunciato aumento dell’8%, concludendo col dire che l’attività degli uffici aveva consentito di normalizzare la tariffazione.