Sull’allarme Vermocane non bisogna fare allarmismi. Non è un problema solo di Milazzo ma di tutto il Mediterraneo. Il caso è scoppiato in città negli ultimi giorni e oggi a spiegarlo al TgR in onda su Rai3 è stato il biologo Carmelo Isgrò. «Capitano infatti sempre più spesso servizi TV e articoli di giornali allarmanti che parlano dell’invasione nelle nostre acque di questo animale, tanto bello e affascinante quanto temuto e pericoloso – dice Sgrò -. Molti pensano che sia una specie aliena, proveniente da altri mari ma non è così, è sempre stato presente nel Mediterraneo ma quello che sta succedendo è che sempre più facile incontrarlo a causa della sua velocissima espansione. Proprio perché sta colonizzando in maniera massiccia le coste del Mediterraneo, ha importanti ripercussioni sulle dinamiche delle comunità marine. In altre parole, il vermocane è da tempo presente nei nostri mari, ma il numero di individui è cambiato molto nel corso del tempo»

Studi scientifici sono in corso: ricercatrici e ricercatori dell’OGS che lavorano nelle sedi siciliane di Panarea e Milazzo hanno iniziato a occuparsi del vermocane già nel 2022 proprio su spinta della comunità locale dei pescatori di Milazzo che si è rivolta all’ente.

Il potenziale invasivo della specie è dovuto a diverse caratteristiche, tra le quali primeggiano: l’abbondanza di prede, la versatilità alimentare e la mancanza o scarsità di predatori. Ad oggi, infatti, sono note pochissime specie che si nutrono del vermocane. Un altro motivo della sua espansione è che il vermocane è una specie termofila, cioè “a cui piace il caldo”. L’espansione del vermocane è legata soprattutto al riscaldamento delle acque e quindi al cambiamento climatico. A causa dell’aumento della temperatura delle acque, specie termofile come il vermocane, troveranno con più probabilità posti nuovi con le condizioni favorevoli alla loro sopravvivenza. Continuando ad espandersi, tali specie andranno a determinare svariati cambiamenti ambientali, con ripercussioni sulla comunità e (potenzialmente) anche sulla biodiversità.

«Questo – conclude Carmelo – è un piccolo motivo in più che deve spingerci ad agire subito per contrastare il cambiamento climatico».