Al Castelo di Milazzo è in programma “Lighea, il mito e il mare nel 900 siciliano”. L’evento culturale si svolgerà il 29 dicembre, alle 16, all’interno del Museo del Mare.

L’iniziativa ha avuto il patrocinio del Comune di Milazzo e del MuMa, direttamente promossa dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e della Identità Siciliana al fine di far conoscere e apprezzare ai giovani opere letterarie ispirate al mare, ed in particolare l’opera di uno dei grandi autori della letteratura siciliana: “LIGHEA” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Lighea, dal nome della sirena che è al centro di una narrazione si sviluppa tra un piano di realismo narrato e un piano fantastico evocato ed è un’opera in cui il mito, la lingua, le metafore e la cultura mediterranea sono perfetti per far riaffiorare memorie ed emozioni utili a risvegliare il piacere della lettura di un testo che spesso a scuola viene solo citato. Il racconto si sviluppa in un viaggio tra passato, miti e valori della tradizione, raccontato dallo scrittore siciliano che si è così confrontato con la cultura mediterranea: una cultura legata alle radici e ai valori dell’appartenenza, al sentimento della memoria popolare, alla terra e all’isola, al mare e ai luoghi della tradizione popolare, dove gli elementi che più caratterizzano il senso delle identità sono la lingua, la letteratura, i luoghi ed il mare. Un mare che, come quello raccontato in Lighea di Tomasi di Lampedusa, è principio e fine, e voce e silenzio.

“LIGHEA” ovvero “LA SIRENA” è un racconto scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, uno degli scrittori ancor oggi più indagati dai critici e dagli studiosi di letteratura. In un caffè, tramite un fortunato incidente, due uomini ambedue siciliani, s’incontrano. Sono un giovane giornalista, Corbera, unico discendente di un’antica famiglia siciliana, e l’apparente arcigno ex senatore La Ciura. Superficialmente hanno vite non simili, ma sono in realtà animati dalle stesse passioni e soprattutto dalla stessa solitudine che, fatalmente li avvicina.

La narrazione procede su due livelli: un primo livello, ci racconta l’incontro tra i due uomini e il passaggio da una ostilità latente a una cordialità sempre più esplicita, il secondo livello, invece apre le porte al vero racconto e alla condivisione di un segreto: l’amore tra il senatore La Ciura e Lighea, sirena figlia di Calliope. Fa da cornice una caldissima estate siciliana: il nostro futuro senatore che sta preparando l’esame per la cattedra di letteratura greca ed è sfinito dall’afa e dalla fatica, trova riposo e concentrazione in una casetta isolata, vicino al mare, e qui, complice una sintesi di vero e immaginario, magico e misterioso, di cui mai ci separeremo di mettere in discussione la verità, incontra e si unisce alla sirena, con la quale vive una passione talmente forte e primitiva da non potere mai più desiderare qualcosa di meno. “… con stupefacente vigoria emerse dritta dall’acqua sino alla cintola, mi cinse il collo con le braccia, mi avvolse in un profumo mai sentito, si lasciò scivolare nella barca: sotto l’inguine, sotto i glutei il suo corpo era quello di un pesce, rivestito