E’ stato un successo quello che ha ottenuto la mostra “Me Anima” di Giuliana Tropea allestita a Palazzo d’Amico e organizzata dall’associazione artistico culturale MilArte di Milazzo,  presidente Giuseppe Nicosia e vice presidente Mariagrazia Toto, con il patrocinio del Comune di Milazzo.

A presentare l’artista Giuliana Tropea è stato Giovanni Pantano che si è occupato anche della critica.
«La meraviglia che ci invade – scrive – la sensazione di curiosità, l’emozione visiva ha coinvolto nella fruizione delle opere esposte sono il risultato del duplice rapporto indissolubile tra la formazione e la scelta di campo della nostra artista e la sua produzione pittorica espresse nel segno di Heile, ovvero nell’etimologia dello pseudonimo scelto da Giuliana Tropea che ci conduce al significato di guarire o meglio ancora di cura.
Siamo in presenza di una produzione artistica di notevole livello, dove le abilità di Giuliana Tropea si distinguono per l’iperrealismo figurativo che possiamo ascriverlo alla dimensione dei ritratti, difatti le modalità di rappresentazione superano la semplice condizione illustrativa per assumere uno spessore evocativo, gli animali ci trasmettono uno stato d’animo, sono protagonisti con la loro gestualità, con la loro colorata estensione corporea, con la discreta concretezza associata al loro habitat».

«Per addentraci nello specifico delle opere – continua – possiamo mettere da subito in evidenza la naturale eleganza rappresentata dagli animali marini, pesci, polpi, tartaruga e medusa, che esaltano il loro morbido fluire, la straordinaria flessuosità, il prorompente accostamento dei colori, la giocosa condizione di equilibrio nel loro ecosistema. Mentre calamaro e totano sono ritratti, come messi in posa, nella loro vista più attraente quasi compiaciuti a mostrare i loro tentacoli immersi nel più profondo buio. Per gli animali terrestri viene colto bene e rappresentato senza mezzitermini, l’aspetto prevalente di tenerezza, soprattutto dalle scimmie con il loro abbraccio, dove prevale l’universale senso materno.  Uccelli, pappagalli e tucani riempiono l’esposizione con i loro sgargianti colori disposti tra i rami come fossero note musicali in un immaginario pentagramma, ancora di più esaltati da un contrasto con il fondo nero notturno. Ma per tornare al tema concettuale della nostra mostra, l’opera che oltrepassa e sancisce ogni profonda convinzione sulla metafora dell’anima, evidenziata fortemente dall’artista, a senza dubbio la metamorfosi, passaggio da uno stato all’altro in un’evoluzione che è corporea ma assume la dimensione spirituale che coinvolge l’intera umanità».