In via Spiaggia di Ponente si esercitava prostituzione ma tutti gli indagati ne erano all’oscuro. Il Tribunale di Barcellona ha assolto perché «il fatto non sussiste», l’ex arciprete di Pozzo di Gotto, padre Domenico Siracusa di Barcellona, 89 anni, proprietario di due mini appartamenti in cui -a sua insaputa – si è scoperto si faceva sesso a pagamento. I locali erano stati concessi in affitto con regolare contratto e con canone che nel processo è stato ritenuto congruo e non eccessivo per come invece era stato evidenziato nel corso delle indagini. L’ex arciprete, assieme a due donne, erano stati accusati di favoreggiamento della prostituzione di ragazze colombiane, cubane e marocchine, che avevano preso in affitto tre appartamenti di una palazzina di via Spiaggia di Ponente a Milazzo, nei quali esercitavano attività di meretricio fino al 2016 quando  scattò il blitz della polizia. 

Assolta, dunque, anche la brasiliana Patricia Madalena La Paz, 41 anni che risiedeva a Milazzo, trasferitasi a Catania, intestataria del contratto d’affitto dei locali di proprietà del parroco, dati in subaffitto alle “colleghe” straniere subentrate nei due immobili di Ponente. Assolta «per non aver commesso il fatto» anche Giuseppina Lembo, 45 anni, di Barcellona che all’epoca lavorava in una rosticceria di Milazzo. Quest’ultima accusata di aver fatto da intermediaria per la locazione e riscossione dei canoni di locazione di un terzo immobile di proprietà della milazzese Rosaria Rita Filice, ex impiegata del Comune di Milazzo: giudicata in precedenza con separato giudizio, è stata già assolta con sentenza definitiva. 

Disposto anche il dissequestro dei due immobili “congelati” nel blitz della polizia (un terzo era già stato dissequestrato con l’assoluzione dell’impiegata di Palazzo dell’Aquila). La pm Veronica De Toni (le indagini erano state dirette da Federica Paiola) aveva chiesto l’assoluzione, perché non era stata raggiunta la prova, per don Domenico Siracusa e Giuseppina Lembo; solo una la richiesta di condanna a 2 anni per La Paz. Tuttavia, il Tribunale ha deciso l’assoluzione anche per la brasiliana, «perché il fatto non sussiste».