Nella scorse settimane, in zona San Giovanni, in occasione dei lavori di un cantiere edile, sono stati ritrovati reperti archeologici che hanno comportato l’intervento della Soprintendenza ai Beni Culturali che ha avviato un proprio cantiere di scavo portando alla luce diverse ”tombe a cappuccina”, anfore corinzie e altre pregevoli testimonianze (prob. VI sec. A.C.).

Si tratta dell’ennesimo, importante ritrovamento di reperti che inevitabilmente vengono poi immagazzinati in attesa di ”tempi migliori”. A renderlo noto una nota congiunta di Italia Nostra e Sicilia Antica. Le associazioni, però, temono che i ritrovamenti vengano sottratti alla città per l’assenza di strutture museali idonee.

«Si corre il rischio che, in assenza di soluzioni che in città ne consentano la conservazione e la tutela, i reperti ritrovati in questa occasione e quelli precedentemente conservati in diversi locali vengano portati via definitivamente da Milazzo e sottratti alla nostra collettività – scrivono – i musei di Lipari, Siracusa e altri sono già pieni di materiale archeologico proveniente da necropoli e altri siti milazzesi, recuperati per merito dell’ing. Domenico Ryolo e degli archeologi Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier».

Italia Nostra e Siciliantica chiedono un’inversione di tendenza. «La nostra citta’ potrebbe essere una vivace città – museo. Identificare e rendere fruibili luoghi di esposizione che contengano e offrano a cittadini e turisti la visita consapevole della storia e della memoria della Città è un dovere della Cittadinanza, delle Associazioni e delle Istituzioni (Comune, Soprintendenza e Parco Archeologico).

LE PROPOSTE. I due sodalizio propongono di inaugurare la  sala con gli espositori nell’edificio delle benedettine nella Città Fortificata, «finalmente pronta dopo tanti anni e non inaugurata per problemi burocratici». Ridare diginità al mosaico ellenistico all’ interno dell’ex convento di San Francesco di Paola e al sito archeologico preistorico di viale dei cipressi «recuperati per merito delle Associazioni culturali» oggi «abbandonato e inaccessibile». Suggeriscono di promuovere l’Antiquarium Domenico Ryolo di via Impallomeni, «ricchissimo ma poco frequentato perché poco pubblicizzato e non adeguato a più moderni criteri di visita».  Il recupero dell’ ala ovest del quartiere degli spagnoli, sempre in via Impallomeni, di proprietà comunale e gemello dell’ala che ospita l’ Antiquarium «potrebbe essere un importante passo avanti completando un fronte che dai bastioni di Forte Giudici a quello di S.Gennaro chiudevano l’ Antica Città».

«Non è sufficiente la pur riconosciuta abilità nel reperire finanziamenti senza contemporaneamente lavorare a una visione complessiva, condivisa e concreta per la valorizzazione dei Beni Culturali finalizzata alla costruzione di una identità storica, civile e territoriale della Città – rimborttano Italia Nostra e Sicilia Antica – Una politica culturale fatta solo di eventi (peraltro scollegati e a volte di qualità assai discutibile) senza l’obiettivo contestuale di recuperare e conservare la memoria è inutile e inadeguata per una Città densa di storia come la nostra».