BARCELLONA. Il Comitato cittadino in difesa dell’ospedale Cutroni Zodda ha promosso per venerdì 2 dicembre una manifestazione pubblica, con un corteo che a partire dalle 9,30 si muoverà da Piazza Duomo lungo le principali vie cittadine. Alla manifestazione parteciperanno tutte le forze sociali e sindacali, il mondo dell’associazionismo ed i ragazzi delle scuole cittadine. A sollecitare una massiccia partecipazione con una nota è stato  il sindaco Pinuccio Calabrò.

«Le scelte di politica sanitaria fatte dalla Regione Siciliana nell’ultimo quindicennio – scrive calabrò – hanno condannato a morte un innocente: il “Cutroni Zodda”, storico ospedale cittadino che nel corso di più di un secolo ha fatto nascere e curato generazioni di cittadini barcellonesi e del comprensorio, è stato di fatto smantellato, ridotto al più a serbatoio di personale in favore degli altri presidi dell’Asp di Messina. A nulla sono valse le proteste che nel corso di questi anni si sono levate dai più diversi settori della società civile, la Regione Siciliana ha perseverato pervicacemente nel suo disegno! Anzi, c’è di peggio: i rappresentanti aziendali, mentre oggi nella sacralità delle sedi istituzionali assumevano impegni solenni di potenziamento – o almeno di mantenimento – della funzionalità dell’ospedale, all’indomani, nei fatti, continuavano l’opera di demolizione».

Calabrò entra nel dettaglio. «Qualcosa di simile l’abbiamo vissuta proprio in questi ultimi giorni, quando i vertici aziendali si sono impegnati, davanti al Comitato civico pro ospedale e ai Consiglieri comunali, a riattivare prontamente il servizio di pronto soccorso, mentre appena un paio di giorni dopo lo hanno letteralmente svuotato di personale, paramedico e medico, e stabilito che funzionasse soltanto in orario diurno e per pazienti affetti da Covid-19. Ognuno afferma che la responsabilità di questi fatti è sempre di qualcun altro, una volta della legge nazionale, una volta del decreto regionale, una volta ancora di chissà cos’altro, ma resta il fatto che il presidio barcellonese ed insieme ad esso la rete sanitaria pubblica di tutto il versante nord del messinese sono stati letteralmente fatti a pezzi».

Scelte politiche che, secondo il sindaco di Barcellona, hanno di fatto smantellato le strutture sanitarie dell’Asp lungo tutta la costa tirrenica della provincia, per circa 100/120 chilometri: «Milazzo è al collasso, soprattutto nell’area dell’emergenza-urgenza, il presidio di Barcellona Pozzo di Gotto è stato ridotto ad un simulacro di ospedale, Patti e S. Agata di Militello cercano in qualche modo di sopravvivere».