Il 29 maggio del 1985 è una data che gli italiani non possono dimenticare, è quella della tragedia dell’Heysel. I tifosi juventini, andati a Bruxelles per la finale di Coppa Campioni con il Liverpool, trovarono una morte orribile, nel settore Z del vetusto stadio, travolti dalla furia degli hooligans ubriachi, schiacciati contro le balaustre o precipitati dalle gradinate. Alla fine furono trentanove i morti e centinaia di feriti per quella che universalmente viene ricordata come la “notte più buia del calcio mondiale”. Il perchè di tutto questo è spiegato nel  libro “Il tifo violento in Italia” di Fabio Milazzo. Ricercatore dell’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo, responsabile e coordinatore scientifico del Centro Studi per la storia della devianza e della marginalità e docente all’Itet Leonardo da Vinci di Milazzo, indaga nel volume il fenomeno in una ricostruzione storica che copre l’arco di tempo compreso tra il secondo dopoguerra e il primo ventennio del nuovo millennio. Il libro è edito da FrancoAngeli e sarà disponibile dal 6 novembre in tutte le librerie, nel sito della casa editrice e gli store online.

Invasioni di campo, sassaiole, aggressioni alle terne arbitrali e ai giocatori, scontri tra tifosi, infatti, rappresentavano un fenomeno molto più antico e non limitato alle intemperanze degli hooligans inglesi. In Italia le violenze hanno accompagnato le partite di calcio fin dalle origini, anche se è dal secondo dopoguerra che il fenomeno è andato incontro a una svolta. Non soltanto si registra un incremento degli episodi, ma progressivamente cambiano anche le cause e le tipologie di incidenti che, sempre più spesso, coinvolgono le opposte tifoserie. Complice l’attenzione mediatica riscossa dalle violenze, a partire dagli anni Sessanta si registra un diffuso e progressivo allarme sociale, in parte legato all’avvento del tifo estremo. Con gli ultrà gli scontri si moltiplicano, da episodici, diventano sempre più frequenti, rituali, fino a rappresentare un criterio per l’affermazione della supremazia tra i gruppi di tifosi violenti. La risposta dello Stato, tardiva e improntata a una legislazione di carattere repressivo ed emergenziale, determina ulteriori evoluzioni nel teppismo calcistico.