La scrittrice Stefania Auci, autrice della saga dei FlorioIstituto Majorana, “Dal dialetto siciliano alla letteratura: da Verga a Camilleri”, al via il corso di Stefania Auci 17 Ottobre 2022 Cultura e societa' Promuovere e sostenere interventi di valorizzazione della lingua siciliana e offrire opportunità per significativi raccordi interdisciplinari risulta essere la chiave di lettura del corso di formazione “Dal dialetto siciliano alla letteratura: un percorso da Verga a Camilleri”, organizzato dall’Istituto Tecnico Tecnologico “Ettore Majorana” di Milazzo e destinato al personale docente di tutte le discipline di ogni ordine di scuola. Il corso, che si terrà nella giornata del 25 novembre nei locali dell’Istituto, cui ci si potrà iscrivere attraverso la Piattaforma SOFIA, avrà un formatore di eccezione, Stefania Auci, nota e prestigiosa scrittrice, autrice della saga dei Florio coi romanzi I leoni di Sicilia e L’inverno dei leoni, che oggi superano il milione di copie vendute, con traduzioni in 35 Paesi. Proprio L’inverno dei leoni, secondo capitolo della saga, al centro del seminario formativo e delle successive attività laboratoriali della giornata che si concluderà con il rilascio di un attestato per un numero di 10 ore di frequenza per una iniziativa che intende sostenere la logica del “Pensare globalmente e agire localmente”. Le numerose lingue regionali, minoritarie e delle comunità migranti parlate in Italia, accanto all’idioma nazionale, arricchiscono, oltre a favorire il dialogo e il rispetto reciproco, il nostro patrimonio culturale comune, ed è proprio in tale direzione che l’istituto mamertino, grazie alla preziosa disponibilità della professoressa Auci, e al CLIL in lingua siciliana, innovazione ad alta valenza didattica educativa approvata dal collegio docenti dell’istituto, contribuisce concretamente alla tutela e alla valorizzazione della lingua siciliana nella sua espressione orale e nel suo utilizzo letterario e nei molteplici e svariati ambiti di attività. Superando la diatriba tra lingua siciliana e dialetto siciliano, in realtà inesistente, poiché per la comunità scientifica internazionale il siciliano è una lingua a tutti gli effetti, parlare di dialetto nell’epoca della globalizzazione, in cui le comunicazioni avvengono attraverso congegni elettronici e principalmente in lingua inglese, consente di recuperare il legame col territorio e riscoprire un patrimonio linguistico e culturale che potrebbe da qui a poco scomparire lentamente. L’iniziativa del Majorana, pertanto, intende promuovere e favorire il senso di identità di un popolo, aperto sì alla modernità e al bisogno di plurilinguismo, ma legato al contempo alle proprie radici e alla propria storia. Valorizzare la lingua siciliana, inoltre, per un istituto tecnologico innovativo e all’avanguardia, quale è il Majorana di Milazzo, costituisce un ulteriore passo verso quella coesione col territorio che, appunto favorendo anche il dialogo con le maestranze locali e non solo, porta alla definizione di nuove e proficue opportunità per costruire identità dialoganti consapevoli di essere portatrici di significati e di valori. Offrire, inoltre, un’opportunità di riflessione sull’importanza della lingua siciliana e del suo valore come elemento integrante del bagaglio culturale di un popolo, come segno inevitabile di appartenenza ad un luogo e ad un tempo e, come rivalutazione della propria terra, la Sicilia, un unicum prezioso nel territorio e nella storia italiana per cultura, tradizioni, ricchezze, risorse energetiche e minerarie, anche materiali, oggi più che mai da recuperare e valorizzare. «Recuperare il patrimonio linguistico in vernacolo in tutta la sua ricchezza, varietà, bellezza e significato – commenta il dirigente dcolastico, Bruno Lorenzo Castrovinci, presentando l’iniziativa che vede il Majorana connotarsi nel panorama culturale come ente formatore riconosciuto e competente – arricchisce e completa l’offerta formativa dell’istituto mamertino, polo formativo di eccellenza e sempre pronto ad accogliere nuove sfide, consapevoli al contempo del proprio contesto socio-culturale e della necessità di sviluppare e accrescere ciò che è il fattore fondamentale dell’educazione: la tradizione» Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 2.752 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT