Il cancello staccato nel capannone di Giammoro Incidente a Giammoro, si delineano i dettagli sulla morte dell’operaio agrigentino. Disposta l’autopsia 7 Ottobre 2022 Cronaca 5 Commenti «La morte di un lavoratore è il fallimento del sistema». A dirlo sono la Cisl e la Filca Cisl di Messina dopo l’ennesimo incidente mortale avvenuto nei giorni scorsi nell’area industriale di Giammoro. Gaspare Rallo, 55 anni, agrigentino, è morto al Policlinico di Messina dopo essere stato schiacciato da un cancello in ferro all’interno di un capannone industriale a Giammoro. La procura di Barcellona ha disposto l’autopsia che si terrà nelle prossime ore. L’INCIDENTE. Secondo quanto appurato dai carabinieri della Compagnia del Carabinieri di Milazzo coordinati dal capitano Andrea Maria Ortolani, il lavoratore, assieme ad un collega, si era recato a Giammoro per ritirare celle frigorifere in disuso custodite all’interno di un capannone. L’immobile era stato acquistato, a quanto pare all’asta, da un’altra azienda che avrebbe ceduto gratuitamente le celle frigorifere pur di liberare la struttura. Il cancello sarebbe caduto su Rallo mentre questi tentava di chiuderlo prima di lasciare il capannone. L’ultimo incidente avvenuto a Giammoro riaccende i riflettori sulla zona industriale. «Un’area per larghi tratti lasciata all’incuria, con capannoni abbandonati e strade dissestate – affermano il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, il segretario generale della Filca Cisl Sicilia Paolo D’Anca e il segretario generale della Filca Cisl Messina, Nino Botta – Come sindacato lo riteniamo una mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori ed un grave handicap per un territorio che vuole attrarre investimenti e nuovi insediamenti industriali e produttivi. Occorrerebbe un serio ragionamento ed una reale valutazione della situazione attuale delle aree industriali anche alla luce degli importanti investimenti che potrebbero prospettarsi grazie ai fondi del Pnrr e della transizione energetica ed industriale». LA POSIZIONE DELLA CISL. «Il problema della sicurezza è sempre più diffuso perché non c’è chi controlla che le regole vengano rispettate – continuano i sindacalisti – Gli enti preposti al controllo, molto spesso, sono sottorganico e non riescono a coprire il vasto territorio di loro competenza. Ma c’è anche una mancanza di cultura tra gli stessi dipendenti che spesso si rifiutano, per superficialità o noncuranza, di attenersi alle disposizioni vigenti». Per il sindacato occorre su più fronti: «Serve una formazione continua di imprenditori ed operai attraverso gli enti bilaterali di settore, non permettere quelle forme di lavoro che nascondono spesso irregolarità specialmente quando non si applicano i contratti di settore. Inoltre, bisogna intervenire con forme di incentivi nei confronti di quelle aziende che si dimostrano in regola e che rispettano le norme e gli operai, facendo pagare molto di più quelle aziende a rischio dove si verificano continui infortuni e violazioni». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 5.970 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT