Anche a Milazzo si piange per la guerra in Ucraina. Nel comprensorio mamertino c’è una piccola presenza di cittadini nati nel paese dell’est europeo ma che ormai sono diventati milazzesi di adozione, vivono in Sicilia da decenni ma il loro cuore rimane In patria dove sono rimasti gli affetti: genitori, fratelli, figli. Queste ore sono drammatiche, trascorse davanti alla tv a seguire gli aggiornamenti  o al cellulare nel tentativo di sentire i propri cari e accertarsi sul loro stato di salute.

Kalyta Halyna, 50 anni, è una mamma ed è sposata con uno tra gli ottici più noti, Gianfranco Caruso. Vive a Milazzo dal 2011 ma è arrivata in Italia nel 2000 (ha vissuto a Teramo per 10 anni). E’ originaria di Leopoli, città di 800 mila abitanti, molto europea. «In questo momento a Mykolaiv”, città nel sud dell’Ucraina sul Mar Nero, vivono mio fratello e la sua famiglia – – racconta ad Oggi Milazzo –  i russi hanno bombardato l’aeroporto. Ieri pomeriggio l’ho sentito, hanno dormito da un amico perché vivono in un appartamento all’ottavo piano e non era sicuro con gli aerei che sorvolano la città e bombardano. Non so dove si trovino di preciso, mi ha detto che mia cognata è positiva al covid e sta malissimo. Ha il telefono scarico e confermato che la situazione è drammatica».

Molti stanno fuggendo all’estero. Una insegnante mamertina si è rivolta alla signora Kakyta per fare da traduttrice con i genitori di un bambino ucraino che ospita ogni estate e concordare il modo per farli arrivare a Milazzo. «La famiglia di questo bambino vuole venire a Milazzo ma ancora non sanno verso quale frontiera dirigersi per prendere aereo. La maestra non parla ucraino e ha passato  il mio numero telefono in modo da fare da tramite». Kalyta Halyna non ritorna in patria dal 2011, anno in cui è morta la mamma. «Mio fratello è venuto a trovarmi più volte io non ritorno da dieci anni. Mi mancano i paesaggi, i miei amici, le tradizioni. Mi manca l’aria pulita che si respira in inverno quando nevica».

Ad essere in apprensione anche Tatyana Senkiv, estetista di Torregrotta. E’ sposata con un monfortese e vive in Italia Sicilia dal 1999. In questo momento in Ucraina ci sono il figlio e la sorella. «Sono tutti spaventati ma non c’è panico perché la città si trova a 60 km dalla Polonia ed è un zona più protetta – spiega ad Oggi Milazzo –  Mio figlio fa il panettiere  trascorre l’inverno a Leopoli e in estate ritorna da noi. Mi ha detto che temono gli attacchi aerei e le autorità hanno consigliato di lasciare la città. Ieri mattina sono tornati a casa e lui ritornato a lavorare. Ma io sono in forte apprensione».

Con una nota stampa ad esprimere solidarietà è la sezione Aiga di Barcellona. Condanna con fermezza l’attacco militare all’Ucraina da parte della Russia. «È inammissibile – tuona il presidente Andrea Ravidà- che si assista nuovamente alla destrutturazione dello status quo democratico, alla negazione del bilanciamento interessi economici – valori fondamentali. Non ci si può piegare, non ci si può permettere di non avere memoria! È necessario intervenire con una vera azione di unità e compattezza per rispondere alla follia di un uomo che vuole trascinare il mondo intero nel baratro».