Il Gup Monica Marino ha prosciolto 11 dei 12 imputati coinvolti nell’operazione “The Chair” che ruotava su una presunta corruzione elettorale in occasione delle elezioni regionali del 2017. Tra i prosciolti i politici milazzesi Santino Catalano, già deputato all’Ars, l’attuale consigliere comunale Lorenzo Italiano, l’imprenditore Rocco Cambria.

Il Giudice dell’udienza preliminare chiamato ad esprimersi sulla richiesta di rinvio a giudizio richiesta dalla Procura di Messina ha accolto la eccezione di inutilizzabilità  delle intercettazioni ambientali e  telefoniche eseguite dalla Dia di Catania e trasmesse per competenza a quella di Messina con riferimento ai candidati della provincia tirrenica coinvolti. Il reato di corruzione elettorale non poteva essere oggetto di intercettazione e per questi motivi non essendovi altre fonti di prova a sostegno dell’accusa  la richiesta di rinvio a giudizio non è stata accolta.

Escono dall’inchiesta con la formula “perché il fatto non sussiste” ll’ex parlamentare regionale Santo Catalano, 54 anni; l’attuale consigliere comunale di Milazzo Lorenzo Italiano, 62 anni, ex sindaco e candidato a primo cittadino alle ultime amministrative; il sindaco di Fondachelli Fantina Marco Pettinato, 38 anni ; la candidata a sindaco di Librizzi alle ultime amministrative Maria Pamela Corrente, 46 anni; Armando Buccheri, 73 anni di Terme Vigliatore; Carmelo Fascetto, 40 anni, di Nicosia; del milazzese Francesco Salmeri, 39 anni; dei messinesi Placido Smedile, 56 anni, Davide Lo Turco, 41 anni, e Giuseppa Zangla, 49 anni, l’imprenditore Enrico Talamo, 61 anni, che avrebbe agito su Tortorici, e infine il milazzese Rocco Cambria, 64 anni.

Disposto invece il rinvio a giudizio al prossimo 17 maggio per Francesco Pettinato, accusato di una presunta estorsione. Si tratta del padre di Marco Antonino Pettinato, sindaco di Fondachelli Fantina, la cui posizione era stata già stralciata e che sarà trattata il 10 febbraio. Nella difesa sono stati impegnati gli avvocati Fabrizio Formica, Roberto Bonavita, Tommaso Calderone, Diego Lanza, Giuseppe e Gian Maria Santilano, Laura Todaro, Pietro Fusca, Fabrizio Formica, Isabella Barone, Nunzio Rosso, Filippo Barbera, Carmelo Scillia, Rosaria Composto.

Tutto verteva sui “pacchetti” da mille euro che sarebbero stati pagati per captare voti tra Messina e la provincia tirrenica.  L’indagine della Dia di Catania nasce da presunti brogli che si sarebbero verificati nella zona etnea alle regionali del 2017 che poi s’è allargata anche ad altri ambiti siciliani, coinvolgendo più persone.

Le “mazzette” distribuite ai grandi elettori della provincia di Messina servivano – secondo l’accusa – per incamerare voti e far eleggere all’Ars nel 2017 il milazzese Santino Catalano, l’ex deputato, eletto nel 2008 con l’Mpa, poi dichiarato decaduto. Tra gli indagati anche l’ex consigliere provinciale di Messina Carlo “Roberto” Cerreti con cui Catalano avrebbe avuto “stretti contatti”. Un altro filone riguarda, invece, la corsa all’Ars anche del sindaco di Fondachelli Fantina Marco Pettinato nello stesso anno (in questo contesto sarebbe stato coinvolto Lorenzo Italiano).

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AngeloCassisi
AngeloCassisi
2 anni fa

incredibile!!!  “inutilizzabili le intercettazioni ambientali e telefoniche eseguite dalla Dia di Catania”  Direzione Investigativa Antimafia. A questo punto perché non sciolgono la DIA se è “inutilizzabile” il loro operato??????

Cittadino attento
Cittadino attento
2 anni fa

Abbiamo politici che non vengono condannati o per scadenza dei termini, come il caso dei lavori di ponente, o perché le intercettazioni telefoniche non si possono utilizzare, ore ed ore di lavoro della Procura buttate al vento, questa è l’Italia.