L'incontro al comune tra amministratori comunali, vertici Ram e sindacatiI Comuni e la Raffineria di Milazzo si opporranno alle prescrizioni del Ministero con due ricorsi: «Si rischia la chiusura» 18 Gennaio 2022 Ambiente 23 Commenti I comuni di Milazzo, San Filippo del Mela e la Raffineria di Milazzo presenteranno ricorso al Tar del Lazio sul decreto di riesame Aia firmato dal ministro Cingolani l’11 gennaio. È quanto emerge dal vertice di stamattina che si è svolto al Comune di Milazzo a cui hanno partecipato i rappresentanti dell’azienda, i sindacati, Sicindustria, la locale Camera di Commercio e i sindaci dei due Comuni interessati con i relativi presidenti dei consigli comunali ed i capigruppo. Due i ricorsi: uno “politico” presentato dai comuni che contestano al Ministero di non avere tenuto in considerazione una loro nota con la quale chiedevano di rivedere i termini dell’Autorizzazione; il secondo dell’azienda petrolifera che punta su aspetti tecnici, ed in particolare sui valori del camino E10 le cui emissioni tecnicamente non sarebbe possibile abbassare per rispettare i nuovi limiti imposti senza fermare molti degli impianti attualmente in marcia. E’ stato il sindaco di Milazzo Pippo Midili a fare il punto della situazione, ripercorrendo l’iter legato alla riapertura dell’Aia, la richiesta delle prescrizioni sanitarie legate a determinati studi e poi la vicenda del camino E10, quello dove avviene il recupero dello zolfo, con la richiesta avanzata nel corso dell’ultima riunione in conferenza di servizi di rimodulare le prescrizioni, da loro richiesto espressamente con un emendamento predisposto e presentato e accolto favorevolmente dallo stesso Cts ma non dal rappresentante unico delle autorità statali. E non solo – ha aggiunto il sindaco di Milazzo – non si è tenuto conto di questo, ma neppure della successiva lettera inviata al Ministero. A dir poco paradossale poi che nel decreto si faccia riferimento ad un nostro parere favorevole. Ecco perché impugneremo il provvedimento”. Sulla stessa linea l’analisi del sindaco di San Filippo del Mela. “Nel decreto del Ministro vi sono vizi evidenti – ha detto Gianni Pino – e quindi è ovvio che procederemo ad impugnarlo. Non trova giustificazione poi il mancato inserimento delle prescrizioni sanitarie. E’ chiaro che questo è un primo passo perché, al di là del riesame dell’Aia, c’è una questione a medio termine che va affrontata sul futuro della Raffineria e occorre “fare squadra” per affrontare gli altri passaggi. Anche perché se il futuro si prospetta diversa bisogna iniziare a riqualificare i lavoratori e conoscere le strategie della stessa Raffineria”. Il direttore della Ram, Luca Amoruso ha accolto positivamente questo “approccio comune” nell’affrontare una situazione di criticità che rischia di avere ripercussioni su una azienda che “nel tempo ha investito molto a differenza di altre realtà analoghe e che ha sempre guardato con attenzione all’ambiente, alla sicurezza e alla tutela della pubblica salute. I nostri legali stanno valutando il decreto per contestare eventuali discrasie ed in particolare la questione delle due prescrizioni, la 19 e la 42 che non sono state tenute in considerazione nel fissare il rispetto del parametro sul camino dello zolfo. Da parte nostra non c’è nessuna volontà – e lo abbiamo scritto anche nelle osservazioni di agosto – di sottrarci, ma vogliamo preventivamente monitorare quel parametro che non esiste in nessuna Bat. Per questo si è chiesto un anno di tempo. Il decreto tuttavia – ha aggiunto Amoruso – ha altri problemi e la totale assenza di flessibilità contenuta all’interno è condizionante per la Raffineria che come tutte le altre vive un momento di transizione, alla luce dei cambiamenti preannunciati”. LA NOTA DI FEDERPETROLI. FederPetroli Italia esprime grande preoccupazione per la situazione del polo industriale messinese a rischio fermo produttivo delle attività di raffinazione. La Raffineria di Milazzo oltre che rappresentare due grandi aziende dell’indotto petrolifero internazionale come ENI e Q8, è parte del processo energetico italiano e mediterraneo. Le restrizioni per le emissioni di zolfo porterebbero a bloccare definitivamente i processi di refining. Il Presidente di FederPetroli Italia – Michele Marsiglia attacca: “Ritorniamo sempre sullo stesso punto, mancanza di una politica industriale strategica in Italia e di conseguenza assenza di Politica Energetica. Fra qualche mese respireremo solo l’aria, sicuramente senza raffinerie sarà più pulita ma ‘ci alimenteremo con la forza della mente’. La preoccupazioni di fornitori e contrattisti è massima. Non solo, la Raffineria ha un indotto occupazionale di circa 1500 persone. La cosa che sorprende e che l’Impianto di raffinazione di Milazzo è uno dei più all’avanguardia a livello internazionale, oltre ai numerosi prodotti di raffinazione come benzina, gpl, nafta, gasolio ed altri, necessari per la normale e quotidiana amministrazione, è esempio di grandi investimenti che negli ultimi anni sono stati fatti ai Processi di recupero vapori, recupero gas di torcia e il sofisticato impianto di Cracking” conclude Marsiglia. IL PD. Il Pd cittadino guidato da Salvo Gitto nei giorni scorsi, era intervenuto con un documento defineno «L’atto unilaterale del rilascio dell’AIA da parte del ministero della Transizione. Ecologica è un segnale preoccupante». Il Pd, infatti, aveva chiesto l’immediata inefficacia del Decreto. «Un atto unilaterale – continua la nota – che può condizionare il futuro di un’ intera area, con ricadute economiche pesantissime per tutta la provincia. Fra l’altro, non si ha piena contezza se alcune prescrizioni inserite nel decreto producano un reale miglioramento della qualità dell’aria né è chiaro con quali tecnologie alcuni obiettivi siano raggiungibili e se alla base del loro inserimento ci fosse una valutazione aggiornata che ne imponesse l’immediata introduzione». GLI AMBIENTALISTI AUSPICANO CONFERMA DEI LIMITI. Il Comitato cittadini contro l’inceneritore nella Valle del Mela non accetta mezze misure. «In ballo c’è il diritto alla salute dei cittadini: quelle prescrizioni sono necessarie per tutelare la salute dei cittadini, attraverso l’implementazione delle migliori tecnologie capaci di ridurre le emissioni. Logica vorrebbe che adesso i Sindaci ricorrano alle vie legali per far valere il proprio diritto/dovere di tutela della salute pubblica. Invece sembrano intenti ad inseguire la Raffineria di Milazzo nell’assurda richiesta di annullare o sospendere un altro limite, che il Ministero stesso ha reputato necessario. Secondo gli ambientalisti la richiesta è illegittima in quanto «il riesame dell’Aiaè stato disposto proprio per reintrodurre quei limiti che erano stati omessi nell’AIA del 2018, tra cui proprio quello contestato dalla Ram». «Il Ministero non ha reinserito tali limiti di propria spontanea volontà – sostengono – ma solo perchè costretto a farlo a seguito della verificazione disposta dal TAR di Catania. In altre parole la RAM e i sindacalisti accoliti pretenderebbero che il Ministero compia un ulteriore atto illegittimo, disattendendo la verificazione disposta dal TAR a seguito del ricorso presentato da sette comuni della valle del Mela. I Sindaci farebbero bene a smarcarsi da tale assurda richiesta: è necessario semmai contestare l’illegittima eliminazione delle prescrizioni sanitarie, non pretendere ulteriori atti illegittimi. Peraltro non si comprende come mai un limite identico già applicato alla Raffineria di Augusta dovrebbe essere un problema per la Raffineria di Milazzo». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 4.824 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT